Profughi. Il patto tra compagnie aeree compiacenti e le agenzie di viaggio bielorusse
Una famiglia di migranti in attesa di tentare il passaggio dalla Bielorussia alla Polonia
Sono almeno una dozzina le agenzie di viaggio bielorusse sospettate di aver stretto un accordo con il Ministero del Turismo per concedere visti in tempi brevi, il permesso di raggiungere Minsk e da qui tentare l’ingresso nell’Ue. La maggior parte delle persone che in questi mesi hanno tentato di attraversare i confini sono originarie dell’Iraq, ma nell’aeroporto internazionale della capitale giungono anche cittadini siriani, afghani, congolesi e camerunesi.
Le famiglie partono prevalentemente da tre città nella regione curda dell’Iraq: Erbil, Shiladze e Sulaymaniyah. Nello scorso mese di ottobre si sono moltiplicati i voli diretti dal Medio Oriente verso la capitale Bielorussa. L’arma usata da Lukhashenko è in particolare la compagnia nazionale Belavia. Basta consultare il tabellone degli arrivi a Minsk per scoprire che solo ieri erano programmati 5 voli in arrivo da Istanbul, 4 da Damasco e Beirut, 2 da Dubai, una mezza dozzina dall’Egitto. A coordinare la gestione dei pacchetti turistici e l’agenzia statale di promozione turistica “Centrkurort”. Davanti alle critiche da Bruxelles il regime ha reagito sostenendo che l’aumento dei collegamenti è motivato «dalla promettente rotta turistica dall’Iraq e da altri Paesi arabi».
Nelle ultime settimane, dopo le minacce della Commissione Ue, diversi vettori europei hanno interrotto o limitato i collegamenti dall’Iraq alla Bielorussia. Non Belavia che, ad esempio, vola regolarmente con collegamenti diretti da Dubai, Istanbul, Amman.
L’Irlanda è la principale piazza mondiale per il noleggio di aeromobili. Belavia ha sottoscritto numerosi contratti con le aziende di Dublino e le compagnie sostengono di essere contrattualmente vincolate a farlo. Simon Coveney, ministro degli Esteri irlandese, ha ribadito il sostegno alle sanzioni europee, ma applicabili solo ai futuri contratti di locazione. A causa della pressione Ue i costi di voli e visto sono aumentati. E per i profughi il pacchetto (volo, visto turistico, alloggio e trasferimenti via terra fino ai confini Ue) può costare da un minimo di 6mila euro a un massimo di 15mila. Alcune agenzie di viaggio, però, facilitano la prenotazione consentendo di pagare subito il biglietto aereo, maggiorato di una commissione per i visti, e solo successivamente il resto del viaggio. Un modo per fare indebitare i profughi e assicurarsi che non proveranno ad arrendersi. Nessuno di loro si dice disposto al rientro nei Paesi d’origine, inseguito dal fallimento, dai conflitti, e dal debito da saldare.