Parlamento Europeo. Premio Sakharov a Mahsa Amini e al movimento delle donne iraniane
Un ritratto di Mahsa Amini durante una manifestazione a Bruxelles
Il Premio Sacharov per la libertà di pensiero, il massimo riconoscimento europeo per i diritti umani, è stato assegnato a Mahsa Amini e al movimento che è cresciuto successivamente alla sua morte, “Donna vita libertà”.
Dopo il Nobel per la pace 2023, attribuito all’attivista iraniana Narges Mohammadi, detenuta nel famigerato carcere di Evin, a Teheran, oggi il premio del Parlamento Europeo va dunque alla memoria della 22enne curda-iraniana, arrestata il 13 settembre 2022 perché non indossava correttamente il velo e morta dopo tre giorni di coma, «in seguito agli abusi» dei suoi carcerieri, come si legge nelle motivazioni. È stata la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, ad annunciare inAula le ragioni del premio. «Siamo orgogliosi di sostenere i coraggiosi e i ribelli che continuano a lottare per l’uguaglianza, la dignità e la libertà in Iran». Scegliendoli come vincitori del Premio Sacharov, l’Assemblea «ricorda la loro lotta e continua a onorare tutti coloro che hanno pagato il prezzo più alto per la libertà».
La morte di Mahsa Amini, un anno fa, ha dato nuovo fiato alle proteste giovanili per la pari dignità e la libertà femminile in Iran. Il regime continua a reprimere violentemente le manifestazioni, ma l’onda d’urto si fa ogni giorno più forte. Al momento si spera per la sorte di Armita Gerevand, la studentessa 16enne picchiata a bordo di una metropolitana di teheran per non aver indossato il velo. La ragazza è in coma all’ospedale, in condizioni gravi, e la madre, Shahin Ahmadi, è stata arrestata dopo un diverbio con le forze dell’ordine. Martedì intanto è rientrata a Parigi la ricercatrice franco-iraniana Fariba Adelkhah, arrestata in Iran nel 2019 per “violazione della sicurezza nazionale”, poi liberata lo scorso febbraio ma senza permesso di lasciare il territorio iraniano. (A.Ma.)