Il premio Nobel per la pace è stato assegnato congiuntamente all'attivista indiano per i diritti dei bambini
Kailash Satyarthi e alla pachistana
Malala Yousafzay, che due anni fa, a soli 15 anni, fu ferita gravemente dai talebani per la sua lotta a favore dell'istruzione femminile.Il comitato di Oslo ha dunque deciso di
premiare una coppia di attivisti, per la loro
lotta a favore
dei bambini e del loro diritto all'istruzione. "I bambini - si
legge nel comunicato che accompagna il Premio - devono poter
andare a scuola e non essere sfruttati per denaro. Nei Paesi
più poveri del mondo, il 60 per cento della popolazione ha
meno di 25 anni d'eta; ed è un prerequisito per lo sviluppo
pacifico del mondo che i diritti dei bambini e dei giovani
vengano rispettati. Nelle aree devastate dalla guerra, in
particolare -si legge ancora nella motivazione- gli abusi sui
bambini portano al perpetuarsi della violenza generazione dopo
generazione."Nonostante la sua giovane età - osserva quindi il Comitato, parlando
della ragazzina pachistana - Malala Yousafzay già da anni combatte per
i diritti della bambine all'educazione e ha dimostrato con l'esempio
che bambini e giovani possono anche loro contribuire a migliorare la
situazione. E lo ha fatto nelle circostanze più pericolose: attraverso
la sua battaglia eroica, è diventata una voce guida per i diritti dei
bambini all'educazione".Un altro aspetto del Nobel è che premia due attivisti di due Paesi acerrimi rivali, così come accaduto nel 1993 con Nelson Mandela e Frederick de Klerk, e l'anno successivo con il palestinese Yasser Arafat e gli israeliani Shimon Peres e Yitzhk Rabin.
Malala: «Grazie a tutti»La 17enne (è nata il 12 luglio 1997 da una famiglia sunnita di etnia pashtun a Mingora, in Pachistan) Malala Yousufzai era a scuola, nel liceo Edgbaston di Birmingham, quando è arrivata la notizia della sua vittoria. Lì era stata curata dopo l'attentato subito ad opera dei Talebani nell'ottobre del 2012. "Grazie a tutti per il sostegno e
l'amore...!", ha scritto su Twitter la giovane, già insignita di numerosi riconoscimenti e autrice di un celebrato discorso all'Assemblea delle Nazioni Unite, in cui chiedeva al segretario generale Ban Ki-Moon di garantire l'educazione primaria universale entro il 2015 perché "le penne e i libri sono la nostra arma più forte".
Satyarthi: un onore per i bambini-schiaviKailash Satyarthi ha dedicato il Nobel per la Pace ai bambini che vivono in schiavitù. "È un onore per tutti quei bambini che soffrono in schiavitù, vittime del lavoro forzato e dei traffici", ha dichiarato dall'India il 60enne attivista. Satyarthi si è detto "contentissimo" per il premio e ha ringraziato il Comitato del Nobel per aver "riconosciuto il dramma di milioni di bambini che soffrono nell'epoca moderna". L'attivista indiano, ispiratore della
Global march per sollevare l'interesse mondiale su lavoro minorile, è fondatore dell'organizzazione
Bachpan bachao andolan, per il recupero dei minori. Il movimento ha salvato almeno 80mila bambini da forme di schiavitù. Numerose, e tutte improntate a grande soddisfazione, le reazioni in tutto il mondo.
Santa Sede. "A nome della Santa Sede,
faccio i complimenti ai due attivisti, un indiano e una pachistana,
vincitori del Premio Nobel per la Pace". Padre Ciro Benedettini,
vicedirettore della sala stampa vaticana, prima di avviare nell'Aula
Giovanni Paolo II la conferenza sulla Chiesa cattolica nella prima
guerra mondiale, si congratula con i vincitori del Premio Nobel per la
Pace. Commentando il fatto che dei due
attivisti una è donna, padre Benedettini sottolinea: "Sappiamo come il
ruolo delle donne sia importante".
Durante il briefing sui lavori del Sinodo, lo stesso portavoce della Santa Sede,
padre Federico Lombardi, ha detto di ritenere "che lo abbiano attribuito a figure significative e auspichiamo che il premio sia un appoggio per le cause positive che rappresentano".
Ue. Il premio Nobel per la pace assegnato
a Malala Yousafzai e Kailash Satyarthi "rende omaggio all'inalienabile
diritto all'istruzione per tutti i bambini, alla parità di diritti per
le donne e alla fodnamentale lotta contro la loro oppressione". Lo
affermano Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio Ue, e José
Manuel Barroso, presidente della Commissione europea.
"Siamo lieti per Malala - continuano- che coraggiosamente ha combattuto
per i suoi diritti e ha pagato un prezzo elevato per qualcosa che
molti nei nostri Paesi danno per scontato. Ma non possiamo dimenticare
i milioni di bambini in tutto il mondo a cui viene negato il loro
diritto all'istruzione. Questa è una vittoria per tutti loro. Giovani
ragazzi e ragazze che vogliono a imparare".
Van Rompuy e Barroso esortano "i leader di tutto il mondo a
moltiplicare gli sforzi per l'educazione di tutti i bambini e a
intensificare la lotta contro la povertà".