Lo «strappo». Varsavia: «Non daremo più armi a Kiev». Poi apre una trattativa sul grano
Il premier polacco Mateusz Morawiecki (sinistra) stringe la mano a Volodymyr Zelensky
Sul grano Ucraina e Polonia discuteranno «nei prossimi giorni». L'annuncio del ministero dell'Agricoltura di Kiev serve solo a tentare di riparare all'inatteso quanto clamoroso "strappo" consumato in meno di 24 ore. Per giunta annunciato da Varsavia con l'Assemblea delle Nazioni Unite in corso. Con una intervista in tv il premier polacco Mateusz Morawiecki aveva infatti affermato che la Polonia non trasferirà «più armi all'Ucraina, perché ora ci stiamo armando, dobbiamo difenderci». Una prima crepa nel fronte occidentale di sostegno a Kiev che giunge da Varsavia, sinora capofila fra i Ventisette nel sostegno a Zelensly. Poche ore prima Varsavia aveva convocato «d'urgenza» l'ambasciatore ucraino per protestare contro le dichiarazioni di Zelensky che all'assemblea generale Onu aveva puntato il dito contro alcuni Paesi per i quali la solidarietà all'Ucraina è solo «teatro politico», mentre con le loro azioni «preparano il terreno alla Russia».
Un deciso affondo dell'ex "alleato di ferro" dopo mesi di relazioni sempre più tese con l'Ucraina a causa dell'embargo imposto da Varsavia sull'import di grano di Kiev e, non a caso, a poco più di tre settimane dal voto per il parlamento polacco del 15 ottobre. L'esecutivo di Varsavia vuole tenere fuori dai propri confini le sementi ucraine per proteggere i propri agricoltori, che costituiscono un importate base elettorale per l'attuale partito di governo. Tensioni che si sono accentuate dopo la decisione della Commissione europea di non estendere le restrizioni all'importazione del grano di Kiev e il rifiuto di Polonia, Slovacchia e Ungheria di far cadere il divieto. Intanto, in attesa di negoziati riparatori dello strappo, il governo di Varsavia fa sapere che sta consegnando sta consegnando all'Ucraina solo armi «precedentemente concordate» con Kiev. Intanto, in mattinata, il ministro dell'agricoltura ucraino, in una telefonata con il suo omologo polacco, ha accettato di lavorare per trovare una soluzione sul problema del grano, una soluzione che sia nell'interesse di entrambi i Paesi. Insomma, dopo il colpo di scena a favore di telecamere del premier polacco Mateusz Morawiecki, dall'Ucraina segnali di riconciliazione confermando i «legami stretti e costruttivi» con la Polonia nella ricerca di una «opzione per cooperare» sulle esportazioni future di grano.
Una crisi, per ora più mediatica che reale, su cui però grava in modo decisivo l'ombra del voto polacco del 15 ottobre. Secondo numerosi analisti dietro i toni aggressivi di Varsavia contro un alleato di ferro vanno contestualizzati all'interno di una serratissima campagna elettorale in corso in Polonia da non più di due settimane. Il partito conservatore di Diritto e Giustizia (Pis) mira a essere riconfermato per un terzo mandato al governo: sarebbe la prima volta dall'indipendenza polacca dall'Urss. E per battere l'opposizione guidata da Piattaforma civica (Po) dell'ex presidente del consiglio europeo Donald Tusk, il Pis sta rispolverando i toni che lo hanno più volte caratterizzato in questi ultimi 20 anni. Un esecutivo non nuovo a toni decisamente sovranisti come quello polacco potrebbe usare la battaglia per il grano come strumento elettorale per avere il voto dei contadini, danneggiati (al pari di altri Paesi est europei) dai cereali a basso costo in arrivo dall'Ucraina. L'accusa viene dall'ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, leader di Piattaforma civica (Po), la principale coalizione di opposizione in Polonia: il governo polacco «affonda un coltello politico nella schiena dell'Ucraina» per trarre vantaggio in campagna elettorale in vista delle elezioni parlamentari del 15 ottobre. Poi, a sera, una diplomatica marcia indietro da parte del presidente polacco Andrzej Duda. Il premier Mateusz Morawiecki, sarebbe stato male interpretato: «Secondo me, il primo ministro intendeva dire che non trasferiremo all'Ucraina le nuove armi che stiamo acquistando attualmente mentre modernizziamo l'esercito polacco», ha detto Duda alla televisione TVN24. E poco doo il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Joe Sullivan, commentava: «Siamo convinti che la Polonia continuerà ad essere un forte sostenitore dell'Ucraina con la fornitura di howitzer ed altre armi».
Una prima crepa nel fronte occidentale di sostegno a Kiev. Dal 24 febbraio 2022 Varsavia è stata sempre in prima linea, sia sul fronte degli aiuti economici e militari a Kiev, che sul fronte delle pressioni esercitate sui partner Nato. Oggi, in piena campagna elettorale, il baricentro della Polonia si starebbe spostando: da capofila dei sostenitori del diritto sovrano di Kiev alla libertà, a leader di una lotta commerciale contro l'Ucraina che con il proprio grano sottocosto starebbe togliendo slealmente fette di mercato ai produttori polacchi, slovacchi e ungheresi. Con lo scoppio della guerra l'Ue ha sospeso le tariffe d'importazione sui prodotti ucraini (compreso il grano) per dare un'ancora di salvezza economica a Kiev e combattere la crisi alimentare globale provocata dal blocco della Russia di uno dei granai del mondo. Ma ad aprile di quest'anno già cinque dei vicini europei ucraini - Polonia, Romania, Slovacchia, Ungheria e Bulgaria - avevano chiesto a Bruxelles fondi o aiuti (incluso il ripristino dei dazi) per mitigare gli effetti negativi dell'"invasione" di prodotti agricoli ucraini sui loro mercati. La trattativa che si apre ora tra i ministeri dell'agricoltura è una incognita nel fronte occidetale pro Kiev che, probabilmente, non si chiuderà prima del 15 ottobre. Aver aperto un tavolo prima del 15 ottobre con Kiev è la quasi certezza di avere il voto dei contadini polacchi per il premier polacco del Pis Mateusz Morawiecki.