Il Ghana festeggia. Fra pochi giorni il Paese africano entrerà ufficialmente nel club esclusivo dei fornitori di petrolio. Il prossimo 17 dicembre avrà inizio la produzione nel progetto Jubilee, l’attesa fase del 'first oil'. Il giacimento marino, scoperto nel 2007, contiene riserve stimate in 1,8 miliardi di barili. L’estrazione sarà inizialmente di 120.000 barili giornalieri, per salire a 250.000 nel 2013, quando il nome del Ghana campeggerà nella classifica dei 50 maggiori produttori globali.Le ricadute economiche di questo colpo di fortuna dovrebbero proiettare il Paese verso la fascia mondiale di medio reddito, al pari di Egitto e Iran, dallo status di basso reddito in cui si trova attualmente come l’Afghanistan e Haiti. Il traguardo, secondo il Fondo monetario internazionale, sarà tagliato in un decennio. Già nel 2011 però la crescita del Pil dovrebbe raddoppiare al 9,9%. Anche se è meno di quanto ci si aspettasse inizialmente (+20%), si tratta comunque di un discreto balzo in avanti. Ma il Ghana è appunto un debuttante. E come è accaduto per altri Stati petroliferi, soprattutto nell’Africa subsahariana, una attraente opportunità può trasformarsi in una maledizione. La nuova industria non dovrà sostituirsi agli altri settori trainanti dell’economia, nel caso del Ghana le importanti produzioni di oro e cacao. Inoltre, il governo dovrà tenere alta la guardia contro possibili episodi di corruzione, organizzare la gestione dei proventi del petrolio e trasferire alla popolazione la maggiore ricchezza possibile. Non da ultimo dovrà coltivare buoni rapporti con le compagnie incaricate dell’estrazione. Ed è proprio questo il maggiore ostacolo per le autorità ghanesi.Il greggio che giace nelle profondità del Golfo di Guinea è ancora conteso dagli Stati Uniti, che già controllano una parte del progetto, e dalla Cina, che non vede l’ora di entrarci. La stessa compagnia statale ghanese sgomita per allargare la propria partecipazione. La battaglia cominciata un anno fa per rilevare una quota del 23,5% non si è ancora conclusa. A metterla in vendita è stata nel 2009 una società texana, Kosmos Energy. Le altre quote appartengono alla britannica Tullow Oil, che gestisce il progetto, all’americana Anadarko e in misura minore alla azienda locale Gnpc. Kosmos è in parte controllata dai gruppi di private equity Blackstone e Warburg Pincus. Il colosso americano Exxon Mobil, che aveva messo sul piatto 4 miliardi di dollari, si è ritirato l’estate scorsa, pare anche in seguito alle pressioni del governo ghanese. A fine ottobre è arrivata finalmente una controfferta, frutto dell’alleanza tra la compagnia statale ghanese e la cinese Cnooc, un colosso delle esplorazioni in mare aperto. Le due imprese hanno messo sul piatto 5 miliardi. Ma a quel punto Kosmos ha fatto sapere che non era più interessata a vendere. Le ragioni del cambiamento di programma non sono state rivelate. Benchè Kosmos sia una società privata relativamente piccola, il sospetto è che siano intervenuti interessi nazionali. Gli americani insomma non vorrebbero mollare la presa, in quella che è ormai una gara con Pechino per il controllo delle risorse africane.Per il momento però, perché i cinesi non sono sprovveduti. Nei mesi scorsi due banche di Pechino hanno prestato al Ghana oltre 13 miliardi di dollari, cementando così ulteriormente le relazioni con il Paese africano. La China Export Import Bank ha offerto 10,4 miliardi per la realizzazione di infrastrutture, mentre la China Development Bank ha concesso un prestito separato di 3 miliardi proprio per sviluppare l’industria petrolifera. Si prevede che Accra eserciterà pressioni affinché l’azienda americana torni sui suoi passi. Non si esclude una nuova offerta al rialzo. La Kosmos, spiegano gli analisti, è specializzata nelle esplorazioni economicamente rischiose e, quando compie una scoperta, intende ricavarne il massimo profitto. Alla fine potrebbe dunque cedere. Secondo Rolake Akinola, un esperto di rischio politico, la nuova offerta «non arriverà a breve, ma le discussioni continueranno. Questa storia non finisce qui».