I due pescatori
italiani rinchiusi in carcere in Gambia "sono senza cibo da
lunedì. Non abbiamo modo di parlarci, non sappiamo neanche se
siano ancora vivi e temiamo per ciò che potrebbe accadere
andando avanti così". La preoccupazione è espressa dall'Italfish, la società
armatrice della barca su cui lavoravano. L'ufficio della
Italfish srl che si sta occupando di gestire la crisi riferisce
di aver saputo da fonti locali che i due italiani - il capitano
della nave Idra Q., Sandro De Simone di Silvi (Teramo), e il
direttore di macchina Massimo Liberati di San Benedetto del
Tronto (Ascoli Piceno) - sono senza cibo fin dal giorno
dell'arresto. L'unico che è riuscito a incontrarli, giovedì, è
stato il console onorario in Gambia, secondo cui i marinai "non
sono in buone condizioni né fisiche né mentali".
L'imbarcazione era finita sotto sequestro per la presunta
violazione delle dimensioni delle maglie di una rete. Dopo una
decina di giorni in stato di fermo, lunedì i due italiani sono
stati arrestati, a conclusione di quella che la società
armatrice definisce "udienza sommaria".