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I Grandi a Rio. Il messaggio del Papa al G20: «Per il cibo i soldi spesi per le armi»

Marco Iasevoli lunedì 18 novembre 2024

Uno striscione degli attivisti per l'ambiente sulla spiaggia di Rio de Janeiro, in Brasile

Al G20 di Rio de Janeiro è giunto anche il messaggio di papa Francesco, pronunciato dal Segretario di Stato Pietro Pietro Parolin, che partecipa ai lavori presieduti dal brasiliano Lula. Quello del Santo Padre è uno sprone alle 20 principali economie mondiali, ai Paesi invitati e alle associazioni presenti perché nella lotta alla fame si vada oltre le affermazioni di principio. «La fame è criminale, il cibo è un diritto inalienabile. Spesso mentre portiamo avanti le nostre dispute semantiche o ideologiche lasciamo che i nostri fratelli e sorelle muoiano di fame e di sete», è un passaggio forte del messaggio ai 20 leader mondiali, in effetti anche a Rio alle prese con continue dispute intergovernative.

Papa Francesco parte dalla Fratelli tutti, in cui definisce uno "scandalo" e un "crimine" il fatto che milioni di persone soffrano la fama e muoiano perché non possono accedere al cibo, mentre altrove se ne spreca oltre ogni limite. Ed è diretto il nesso tra conflitti, povertà e fame: la pressione delle disuguaglianze si manifesta in molti modi, è il messaggio del Papa, «incluso l'intensificarsi di guerre e conflitti, attività terroristiche, politiche estere assertive e atti di aggressione». Perciò è importante che il G20 «identifichi nuove strade per assicurare una pace stabile e duratura nelle aree di conflitto». I conflitti infatti «non sono responsabili solo di un significativo numero di morti, di spostamenti di massa e degrado ambientale», ma anche dell’incremento di «fame e povertà», non solo nelle aree di conflitto «ma anche a centinaia o migliaia di miglia di distanza, a causa dei problemi nelle catene di approvvigionamento».

«Le guerre – insiste papa Francesco – continuano a stressare le economie nazionali, soprattutto per l’esorbitante ammontare di risorse spese in armi». L’auspicio di papa Francesco è che l’Alleanza globale contro la fame e la povertà prenda in carico le aspettative della Santa Sede, in particolare nel «reindirizzare le risorse allocate sulle armi verso un fondo globale» che contrasti la malnutrizione e la fame. Questo approccio serve a prevenire «violente o illusorie soluzioni» e a non costringere le persone «a lasciare i loro Paesi in cerca di una vita più dignitosa».

Il Papa punta poi il dito contro le disuguaglianze nella distribuzione del cibo. E avverte: «La silenziosa accettazione della carestia è una scandalosa ingiustizia e una grave offesa alla dignità dell’uomo. Coloro che, attraverso l’usura e l’avarizia, causano la fame e la morte dei loro fratelli e sorelli stanno indirettamente commettendo un omicidio che è a loro imputabile», dice il papa riprendendo il Catechismo. Insomma, a imporre l’accesso al cibo è la dignità di ogni persona.

Il Papa ritiene inoltre «imperativo» riconoscere i rischi della «colonizzazione ideologica», che sacrifica le necessità e i bisogni delle comunità locali in nome di ciò che si definisce «progresso». La Santa Sede, così si conclude il messaggio, farà la sua parte »continuando a promuovere la dignità umana e continuando a dare il proprio specifico contributo al bene comune».