Il numero di condanne a morte emesse nel 2009 negli Stati Uniti ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 33 anni. Lo riferisce un rapporto del Death Penalty information Center (Dpic), secondo il quale quest’anno sono state comminate 106 sentenze capitali. Il livello più alto era stato raggiunto nel 1994 con 328 condanne a morte. Lo studio copre tutto l’arco di tempo a partire dal 1976, quando la pena capitale è stata reintrodotta nell’ordinamento degli Stati Uniti. Con i dati del 2009 si raggiunge il settimo anno consecutivo di riduzione delle condanne a morte, con un calo del 60% rispetto ai picchi degli anni Novanta, ha sottolineato Richard Dieter, direttore del Dpic, nel presentare il rapporto.Nel corso di questi anni il New Messico è diventato il 15esimo Stato americano ad abolire la pena capitale e i dubbi sull’applicazione della condanna a morte sono aumentati nell’opinione pubblica. Solo quest’anno ben nove persone in attesa nel braccio della morte sono state riconosciute innocenti. E ieri un detenuto della Florida, James Bain, è stato scarcerato dopo 35 anni grazie alla prova del Dna che lo ha scagionato dall’accusa di rapimento e stupro di un bambino di nove anni. Bain non era stato condannato a morte, ma il suo caso contribuisce a sollevare dubbi su questa pena. Se nel 2009 vi sono state meno condanne, vi è stato tuttavia un aumento delle esecuzioni: 52 rispetto alle 37 dell’anno scorso. Si tratta comunque di un dato inferiore del 47% rispetto a dieci anni fa. La maggior parte delle esecuzioni – l’87% – sono avvenute nel sud degli Stati Uniti e oltre la metà in Texas.Ma anche in Texas e in Virginia, altro Stato ad alto numero di condanne, la diminuzione è stata «notevole» secondo il Dpic. Negli anni novanta in Texas la media era di 34 esecuzioni annue e quest’anno sono state nove. In Virginia il calo è stato da sei a uno.