Due esecuzioni rimandate in poche ore negli Stati Uniti. Non si tratta però di decisioni definitive, nonostante i ripetuti appelli lanciati dal Papa contro la pena capitale anche nel recente viaggio negli States, ma di due rinvii.
Ieri il governatore dell'Oklahoma ha
ordinato una sospensione all'ultimo minuto dell'esecuzione a
morte di Richard Glossip. Uno stop motivato con la necessità di verificare se una
sostanza utilizzata per l'iniezione letale corrisponda ai
protocolli previsti dalla legge. Glossip era stato inviato nel
braccio della morte nel pomeriggio, poi il rinvio a sorpresa:
l'esecuzione è ora in agenda per il 6 novembre.
Glossip è stato condannato quale mandante dell'omicidio del
proprietario di un motel, nel 1997, messo a segno da un impiegato
della struttura. Ieri ha ricevuto in carcere quello che doveva
esser il suo ultimo pasto: pizza, fish and chips e un hamburger
al bacon. Ma la decisione del governatore gli ha concesso altri
37 giorni.
Il caso di questa condanna ha suscitato particolare
mobilitazione negli Usa, con l'impegno di attivisti e personaggi famosi l'attrice Susan Sarandon, e la sentenza era già stata sospesa sin
al 30 settembre rispetto alla prima scadenza del 16 settembre.
Un altro caso analogo, legato sempre ai farmaci usati per l'iniezione letale, a distanza di poche ore, in Virginia. Un giudice
federale ha ordinato il rinvio dell'esecuzione di un condannato
a morte: Alfredo Pietro, serial killer
con disturbi mentali che si trova nel braccio della morte per
aver ucciso diverse persone. Il boia doveva entrare in azione
nella giornata di oggi, ma la sospensione è stata decisa in
vista di una decisione dei giudici che dovranno stabilire se il
mix letale di farmaci utilizzato per l'esecuzione è adeguato o
invece rischia di provocare sofferenze ingiustificate per il
condannato.
Nella notte tra martedì e mercoledì in Georgia è stata eseguita
la condanna a morte di Kelly Gissendaner, condannata per aver
organizzato l'omicidio del marito. Per questa donna, la prima
mandata a morte da 70 anni, aveva levato la sua voce anche il
Papa, che aveva chiesto una commutazione di pena.