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Pena di morte. Le esecuzioni raggiungono il numero più alto in quasi un decennio

Ilaria Solaini mercoledì 29 maggio 2024

1.153 esecuzioni nel 2023, con un aumento del 31% (+270) rispetto alle 883 esecuzioni conosciute nel 2022. È la cifra più alta registrata da Amnesty International dal 2015 quando le esecuzioni furono 1.634, anche se queste cifre non includono le migliaia di persone presumibilmente condannate a morte in Cina, così come altre esecuzioni che si ritiene siano avvenute in Corea del Nord e Vietnam, dove mancano dati.
L'unico dato che per certi versi può esser letto in maniera più positiva riguarda il fatto che le esecuzioni siano state registrate in soli 16 Paesi al mondo: si tratta del numero più basso mai registrato da Amnesty International e viene così confermata la tendenza degli ultimi anni che indicava un isolamento sempre più crescente dei Paesi che ancora non hanno abolito la pena di morte.

IL REPORT DI AMNESTY INTERNATIONAL

«La discriminazione e l'arbitrarietà insite nell'uso della pena di morte non hanno fatto altro che aggravare le violazioni dei diritti umani nei nostri sistemi di giustizia penale. La piccola minoranza di Stati che insiste nel usarla deve adeguarsi ai tempi e abolire la pena una volta per tutte» ha spiegato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, precisando che «la pena di morte sarà nuovamente esaminata all'assemblea generale delle Nazioni Unite di quest'anno. Amnesty International esorta tutti i governi a sostenere l'appello dell'ONU per porre fine all'uso della pena di morte in un fondamentale atto di impegno per i diritti umani».

Il monitoraggio di Amnesty International mostra che nel 2023 il numero più basso di Paesi registrati ha effettuato il maggior numero di esecuzioni conosciute in quasi un decennio

Ad oggi, 112 Paesi sono completamente abolizionisti e 144 in totale hanno abolito la pena di morte per legge o pratica.
In Asia, il Pakistan ha abrogato la pena di morte per reati legati alla droga, mentre la pena di morte obbligatoria è stata abolita in Malesia. Le autorità dello Sri Lanka hanno confermato che il Presidente non intende firmare mandati di esecuzione, attenuando i timori di una ripresa delle esecuzioni.
Sebbene nessun paese abbia abolito la pena di morte nell'Africa sub-sahariana, sono ancora in corso progetti di legge per abolire la pena in Kenya, Liberia e Zimbabwe. In Ghana, il Parlamento ha votato a favore di due progetti di legge che rimuovono la pena di morte dalla legislazione vigente, ma alla fine del 2023 i progetti non erano ancora diventati legge.

L'aumento delle esecuzioni registrate è stato in gran parte attribuibile a un'allarmante impennata delle esecuzioni per reati legati alla droga in Iran, guidata dalla totale mancanza di riguardo da parte delle autorità per le restrizioni internazionali sull'uso della pena di morte. Questi reati non possono essere puniti con la morte secondo il diritto e gli standard internazionali sui diritti umani e hanno colpito in modo sproporzionato le comunità più emarginate dell'Iran, in particolare uomini e donne della minoranza etnica Baluchi. Sono state registrate 508 esecuzioni per reati legati alla droga: 481 in Iran; 1 in Kuwait, 19 in Arabia Saudita; 5 a Singapore. Il numero totale di 508 costituisce il 44% del totale a livello globale.
Almeno 8 esecuzioni pubbliche sono state registrate in Afghanistan (1+) e Iran (7). Mentre in Iran, almeno 5 persone sono state condannate a morte e uccise per crimini avvenuti quando avevano meno di 18 anni.

La mappa tragica delle condanne a morte globali

Recorded global executions 2014 - 2023

4006008001,0001,2001,4001,600201420152016201720182019202020212022202320192020202120222023

Nel 2023 sono state comminate almeno 2.428 nuove condanne a morte in 52 Stati, rispetto ad almeno 2.016 in 52 Paesi nel 2022.
Amnesty International ha registrato commutazioni o grazie per condanne a morte in 27 Paesi.
Cinque Paesi – Bielorussia, Camerun, Giappone, Marocco/Sahara occidentale e Zimbabwe – hanno emesso condanne a morte dopo una pausa. Almeno 9 sono stati i proscioglimenti di prigionieri condannati a morte in tre paesi: Kenya (5), Stati Uniti (3) e Zimbabwe (1).
A livello globale, alla fine del 2023, almeno 27.687 persone erano nel braccio della morte.

Per il quindicesimo anno consecutivo, gli Stati Uniti sono rimasti l’unico Paese della regione ad effettuare esecuzioni. Il numero delle esecuzioni eseguite negli Usa è aumentato del 33%, passando da 18 nel 2022 a 24 nel 2023.
La Florida ha effettuato le sue prime esecuzioni (6) e le autorità federali statunitensi hanno emesso la prima condanna a morte dal 2019.
Per il settimo anno consecutivo, Guyana, Trinidad e Tobago e gli Stati Uniti sono stati gli unici Paesi della regione ad aver emesso nuove condanne a morte.

Mentre il continente asiatico continua ad essere la regione con il maggior numero di esecuzioni al mondo.
Nella regione Asia-Pacifico, sei paesi (Afghanistan, Bangladesh, Cina, Corea del Nord, Singapore e Vietnam) hanno effettuato esecuzioni nel 2023, in calo rispetto alle otto del 2022.
Nessuna esecuzione è stata registrata in Giappone e Myanmar.
Sulla base delle informazioni disponibili nella regione sono state comminate un totale di 948 nuove condanne a morte, un aumento del 10% rispetto al 2022, quando si sapeva che erano state condannate a morte almeno 861 persone.

La Bielorussia è rimasta l’unico paese in Europa ad aver utilizzato la pena di morte, condannando a morte una persona nel 2023.
Russia e Tagikistan hanno continuato a osservare moratorie sulle esecuzioni.

Il numero di esecuzioni registrate nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa è aumentato del 30%, passando da 825 nel 2022 a 1.073 nel 2023.
Sono aumentate anche le condanne a morte registrate, da 827 nel 2022 a 950 nel 2023.

Iran, Arabia Saudita e Iraq sono stati i primi tre Paesi con esecuzioni nella regione nel 2023. Hanno rappresentato il 97% di tutte le esecuzioni registrate nella regione: Iran (80%), Arabia Saudita (16%) e Iraq (1%).

In totale otto Stati hanno effettuato esecuzioni nella regione nel 2023: Egitto, Iran, Iraq, Kuwait, Palestina (Stato di), Arabia Saudita, Siria e Yemen.

In Africa sub-sahariana le esecuzioni registrate sono più che triplicate, passando da 11 nel 2022 a 38 nel 2023.
Tutte le 38 esecuzioni sono avvenute in un unico Paese: la Somalia. Nel 2023 sono state registrate condanne a morte in 14 paesi, rispetto alle 16 del 2022.
Le condanne a morte registrate sono aumentate drasticamente del 66%, da 298 nel 2022 a 494 nel 2023.
Quattro Paesi (Kenya, Liberia, Zimbabwe e Ghana) hanno adottato misure legislative positive verso l’abolizione della pena di morte.

Come Amnesty International rileva e raccoglie questi dati

Questo rapporto copre l'uso giudiziario della pena di morte per il periodo da gennaio a dicembre 2023. Come negli anni precedenti, le informazioni sono raccolte da una varietà di fonti, tra cui: cifre ufficiali; sentenze; informazioni da individui condannati a morte e dalle loro famiglie e rappresentanti; rapporti dei media; e, come specificato, altre organizzazioni della società civile. Amnesty International riferisce solo sulle esecuzioni, condanne a morte e altri aspetti dell'uso della pena di morte, come commutazioni ed esoneri, dove vi è una conferma ragionevole. In molti Paesi i governi non pubblicano informazioni sul loro uso della pena di morte. In Cina e Vietnam, i dati sull'uso della pena di morte sono classificati come segreto di Stato. In Myanmar, le autorità militari hanno continuato a imporre condanne a morte nei tribunali controllati dai militari, in procedimenti segreti e grossolanamente ingiusti. Allo stesso modo, le autorità di alcuni Stati degli USA hanno perseguito leggi per mantenere segreto l'approvvigionamento di attrezzature o sostanze utilizzate nelle esecuzioni e per impedirne, di fatto, il controllo.