Al sollievo per il ritrovamento di
molti italiani di cui si erano perse le tracce subito dopo il
terribile terremoto che ha devastato il Nepal con migliaia di
morti, in queste ore in Italia si mescola l'angoscia per la
scomparsa degli speleologi del Soccorso alpino nel
villaggio di Langtang, la meta prediletta dagli amanti del
trekking che ieri è stato sepolto da una valanga. Uno di loro, Oscar Piazza, è stato ritrovato morto. Si teme per la sorte degli altri 3.
A lanciare l'allarme sulla sorte dei quattro italiani è stato
il fratello di uno di loro,
Giuseppe Antonini, di Ancona. Si
erano parlati l'ultima volta mezz'ora prima del terremoto, ma da
ieri sera il suo telefono satellitare non è più raggiungibile.
Sembra però che dopo la prima scossa, Giuseppe sia riuscito a
parlare con la compagna. Con lui ci sono anche il
medico
speleologo Gigliola Mancinelli e il genovese Giovanni Pizzorni.
Ritrovato il corpo di Oscar Piazza, del Soccorso Alpino del Trentino Alto Adige, che era con loro. Il gruppo si trovava nel villaggio di Langtang per esplorare la
torre ma ieri, ha raccontato il fratello di Giuseppe,
non si erano mossi perché il tempo era brutto.
Ad accrescere l'ansia di familiari e amici per la sorte degli
speleologi, arrivano le notizie su Langtang: secondo le autorità
locali, il villaggio a oltre 7.000 metri non esiste più,
spazzato via da un mare di terra e detriti. È invece sana e salva
Fiorella Fracassetti, 39 anni, di Bergamo, sulla cui sorte aveva dato l'allarme un giornale locale. Si è messa in contatto con la famiglia.Intanto l'Unità di crisi della Farnesina prosegue la ricerca dei nostri connazionali nel Paese con una squadra in partenza per Kathmandu. Un lavoro reso molto difficile dalle condizioni delle comunicazioni telefoniche sul posto. E le prime
drammatiche testimonianze degli italiani che sono riusciti a
salvarsi. "Siamo vivi per miracolo. Abbiamo visto i templi e il
palazzo reale di Durbar Square afflosciarsi davanti ai nostri
occhi come tasselli di un domino", hanno raccontato Roberto
Spiritelli e Marusca Cordini, una coppia di lombardi che era
appena arrivata a Kathmandu per una vacanza. Al momento della
prima violenta scossa erano appena usciti con una guida dal
palazzo della Kumari, la dea bambina, nella storica piazza
Durbar. "Siamo stati investiti da una nuvola di polvere - hanno
raccontato con la voce rotta dall'emozione - e istintivamente ci
siamo abbracciati tutti e tre. Quando ho rialzato la testa
c'erano solo mucchi di macerie e gente che urlava". Ora sono in
attesa di trovare un volo per ritornare in Italia.
"Stanno bene" e sono stati rintracciati anche i due fratelli
fiorentini Daniel e Elia Lituani, 25 e 22 anni, che si trovavano
in Nepal da due settimane. "Ha telefonato la ragazza di mio
figlio: stanno tutti bene", ha detto il padre Marco che dei
figli non aveva notizie da quasi 30 ore dopo il terremoto. Non è
chiaro dove si trovassero i due giovani e una loro amica tedesca
al momento del sisma. Sono sane e
salve anche due turiste di Senigallia, Claudia Greganti e
Tiziana Cimarelli, che sono riuscite a rassicurare amici e
parenti attraverso sms. Stavano viaggiando da Kathmandu a
Chitwan a bordo di una jeep con l'autista, una guida turistica e
l'amico Francesco Tardella quando, all'improvviso, sono stati
travolti da una frana. "Non so come ne siamo usciti vivi. Ci
sono piovuti addosso macigni pesanti 30 kg l'uno", ha raccontato
Tiziana. Sono scampati al
pericolo anche Francesco Quadruccio e Francesco Vetrone, due
bolognesi partiti il 13 aprile per un trekking che doveva
raggiungere il campo base dell'Everest.
Non finisce invece l'incubo per gli alpinisti italiani
bloccati sul tetto del mondo. Marco Zaffaroni, che si trova
insieme con Roberto Boscato, ha postato un messaggio sul
blog della sua spedizione "Everest2015instilegitante" spiegando
che la situazione è "stazionaria" ma almeno sono arrivati "i
primi elicotteri per portare a valle le persone bloccate qui al
Campo 1". Il turno dei due scalatori "dovrebbe arrivare domani",
ha scritto ancora, dicendo di essere "tranquillo". Marco
Confortola, bloccato invece sul Dhaulagiri, ha detto al telefono
di essere preoccupato "perché le scorte alimentari si stanno
fortemente riducendo".