IL CICLONE ISAAC. Ciclone Isaac, Obama in tv: «pronti a evacuare»
"Stiamo per affrontare una grande tempesta": lo ha detto il presidente americano, Barack Obama, confermando come che Isaac arriverà sulla costa meridionale degli Usa stasera. Obama - rivolgendosi in Tv ai cittadini americani delle zone in cui è stato dichiarata l'emergenza - ha spiegato che a causa della tempesta tropicale, che dovrebbe trasformarsi nelle prossime ore in uragano, ci potrebbero essere "significative inondazioni".Il presidente ha quindi invitato la popolazione interessata a non farsi prendere dal panico, sottolineando come la FEMA, la Protezione civile americana, sia al lavoro già da una settimana per far fronte nel migliore dei modi all'emergenza. "Ascoltate le autorità": "se vi dicono di evacuare, evacuate".
APERTURA DELLA CONVENTION REPUBBLICANAL'apertura della convention di Tampa è durata solo pochi minuti prima che la minaccia della tempesta tropicale Isaac facesse rinviare il programma previsto. Il reverendo Russell Levinson ha avuto giusto il tempo di rivolgere, dal podio, una preghiera per coloro che stanno affrontando la tempesta: "Preghiamo per coloro sono stati già colpiti dall'uragano e quelli che dovranno affrontarlo. Proteggili, Signore, e tienili lontani dal male". Il presidente del comitato nazionale repubblicano Reince Priebus ha chiesto un minuto di silenzio per tutti coloro che dovranno imbattersi in Isaac, che si prevede si dirigerà verso la Louisiana, il Mississippi e l'Alabama entro martedì sera.
Già ieri Florida, Louisiana, Alabama e Mississippi avevano dichiarano lo stato di emergenza nazionale. Migliaia di persone sono in fuga dalla regione: l'evacuazione è stata ordinata a patire dalle 8 di ieri mattina, le 15 italiane. Si prevede che oggi Isaac possa diventare un uragano di categoria 2, quindi con venti tra i "154-177 km/h, con il mare che si alza da 1,80 m a 2,60 m". Gli effetti più probabili di questa categoria di uragano sono il "sollevamento dei tetti delle case, strade costiere e situate sotto il livello del mare inondate da 2 a 4 ore prima dell'arrivo dell'occhio del ciclone".Otto piattaforme petrolifere e 39 di produzione nel Golfo del Messico, da cui proviene il 24% della produzione di gas degli Stati Uniti e il 30% del petrolio, sono state evacuate ieri, mentre quelle di British petroleum (Bp) verranno evacuate oggi. Anche ExxonMobil sta "monitorando la situazione per capire quali impianti potrebbero essere investiti dalla tempesta e preparare le strutture alle intemperie".