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LA FEDE NEGATA. Paura in Iraq: tre cristiani uccisi in poche ore

martedì 16 febbraio 2010
Uno studente iracheno di religione cristiana è stato ucciso da un gruppo di uomini armati nella città di Mosul, nel nord dell'Iraq. L'aggressore, che usava un'arma automatica con il silenziatore, è fuggito in auto, insieme ai due uomini che l'accompagnavano. L'aggressione, avvenuta di fronte all'abitazione della vittima, nel nord della città, situata a 400 chilometri da Baghdad, è la seconda in poche ore: lunedì un commando aveva ucciso due negozianti, anch'essi appartenenti alla minoranza cristiana.L'assassinio di cristiani, nelle province di Ninive, la cui capitale è Mosul, è Diyala, ha spinto migliaia di fedeli a fuggire in altre parti del Paese o all'estero.Ieri due commercianti cristiani erano stati uccisi a colpi di arma da fuoco. Mounir Fatoukhi, cattolico, è stato assassinato ieri nei pressi del suo negozio nel quartiere Sahaba da sconosciuti che hanno aperto il fuoco da un’auto in corsa. Domenica Rayan Salem Elias, caldeo, è stato ucciso nella zona est di Mosul, città a circa 350 chilometri a nord di Baghdad. Sempre domenica era stato registrato un attentato terroristico nella stessa Mosul, dove è anche stato rapito un cristiano.«Siamo terrorizzati. Ci uccidono per svuotare Mosul della sua principale componente mentre le forze di sicurezza non riescono a garantirci protezione», ha sottolineato Hazem Girgis, un diacono ortodosso di Mosul. In un rapporto pubblicato a novembre, Human rights watch sostiene che le minoranze, e in particolare quella cristiana, nel nord dell’Iraq sono spesso «vittime collaterali» nella guerra tra arabi e curdi per il controllo del territorio e devono essere quindi protette.Intanto i principali leader religiosi delle chiese cristiane presenti in Iraq hanno istituito il Consiglio dei capi delle comunità cristiane in Iraq, eleggendo alla segreteria generale monsignor Avak Asadorian, vescovo della Chiesa Armeno apostolica in Iraq e, come suo vice, monsignor George Casmoussa, vescovo siro cattolico di Mosul. La decisione è stata presa nel corso di una riunione nel monastero armeno ortodosso San Karabet di Baghdad. «Lo scopo della riunione – ha spiegato al Sir – l’arcivescovo caldeo di Kirkuk, monsignor Louis Sako – è quello di formare un corpo dei capi religiosi cristiani per avere una sola voce, una posizione unitaria a livello politico, sociale ed anche, speriamo, pastorale.Una posizione ribadita anche dal patriarca vicario caldeo, monsignor Shleimon Warduni, che, parlando al sito Baghdadhope, ha aggiunto: «È stata una riunione improntata sul dialogo tra le parti, confrontandoci sui principi che dovrebbero muoverci in futuro, prima tra essi quello dell’unità tra le Chiese. A questo proposito abbiamo menzionato il desiderio, che sappiamo appartenere alla maggioranza dei cristiani, di poter unificare le sacre ricorrenze come il Natale». All’incontro erano rappresentate 14 comunità religiose.