Pasqua in carcere. Asia Bibi, appello a Papa Francesco: prega per me
Asia Bibi. In carcere in Pakistan da 8 anni per una falsa accusa di blasfemia
2.860 giorni in cella
2.860 giorni in cella, alcuni in isolamento in attesa del giudizio finale della Corte Suprema pachistana che tra rinvii e dimissioni dei giudici sembra non arrivare più mentre la fondazione che cura il caso di Asia sta finendo i soldi per le spese legali.“Nessuno purtroppo può interferire finché la Corte non lo decide - dice ancora Paul Bhatti -, anche se noi siamo convinti che prima o poi la decisione sarà favorevole. Purtroppo è ancora in carcere e soffre ancora persino in questa Santa Pasqua. Questo caso si è complicato per vari motivi, nazionali, internazionali e di conseguenza lei non ha trovato giustizia. Ma noi siamo convinti che prima o poi la troverà”.Ancora omicidi nel nome della blasfemia
Intanto in Pakistan si allunga la lista delle esecuzioni extragiudiziali motivate da presunta blasfemia: 66 negli ultimi 27 anni. L’ultimo sconcertante episodio è avvento all’Università di Mardan dove, nei giorni scorsi, Mashal Khan, studente musulmano di giornalismo, è stato torturato e ucciso a colpi d’arma da fuoco da compagni che lo accusavano di aver offeso Maometto. Il governo del premier Nawaz Sharif, ha promesso una revisione della legge, tirata in ballo per risolvere le controversie private o per colpire le minoranze religiose ma nel frattempo continua a lanciare segnali contrastanti, ordinando di rimuovere i contenuti “blasfemi” su siti web e social media e di punire duramente chi pubblica tale materiale, siano aziende o privati.
“Purtroppo in Pakistan - spiega ancora Bhatti alla Radio Vaticana -esiste ancora quella mentalità estrema, di chiusura e violazioni dei diritti umani. Questa restrizione sui media, su Youtube, su Internet, non è altro che un modo per portare il Pakistan indietro, da molti anni… La gente però capisce questo. Alcune cose si dicono, poi si fanno ma il governo attualmente sta affrontando una serie di problemi di stabilità, di continuità perciò ci sono alcune cose che non si riescono a capire. Ma questo è dovuto all’instabilità del potere”.
“Non è lontano il tempo in cui il Pakistan sarà riconosciuto come un Paese amico delle minoranze” ha detto Sharif, ribadendo che i credenti di tutte le religioni, dovrebbero avere pari diritti, e che il suo primo obiettivo è salvaguardare l’unità nazionale, ma intanto la legge sulla blasfemia continua a mietere vittime.
L'augurio di Paul Bhatti: “Io faccio tantissimi auguri ad Asia Bibi e a tutti quelli che sono stati perseguitati per la stessa situazione. Noi tutti crediamo che la nostra fede cattolica, cristiana considera che sia che siamo in Pakistan, in Africa o in qualunque altra parte, siamo una famiglia. E una famiglia, chiaramente, prima di tutto, si unisce in particolare in questo momento della nostra attesa di Pasqua. Inoltre lancia questo messaggio di pace perché il nostro obiettivo è che tutti quelli che sono nel mondo possano vivere in pace senza avere timore di un’altra religione, di un’altra persona e possono professare... Per noi non è importante che qualcuno sia cristiano o cattolico, è importante che sia libero di professare che non danneggi gli altri, che non minacci gli altri.