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La crisi ucriana. Il Parlamento della Crimea vota l'indipendenza

martedì 11 marzo 2014
La penisola della Crimea accelera il suo distacco dall'Ucraina: il Parlamento regionale ha votato la piena indipendenza, ancora prima del referendum in cui il 16 marzo. Rifacendosi ai precedenti di Kosovo e Georgia, in caso di successo della consultazione popolare, la Repubblica passerà sotto l'egida della Federazione russa. Insorge la comunità internazionale occidentale: scelta illegittima.Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha dichiarato, anche parlando a telefono con il segretario di Stato americano John Kerry, che l'indipendenza dall'Ucraina approvata dal parlamento florusso della Crimea è assolutamente legittima".Eccetto quelli che partono da Mosca, tutti i voli verso la Crimea sono stati sospesi dai miliziani filo-russi che si sono installati nel centro di controllo del traffico aereo dell'aeroporto di Sinferopoli; un volo da Kiev è stato costretto a tornare indietro, perché gli era stato negato il permesso per atterrare.Al checkpoint di Armiask, alle porte della Crimea, è stato minacciato ed espulso l'inviato di SkyTG24 Jacopo Arbarello, che da giorni si trovava in Crimea con la sua troupe. "Paramilitari russi ci hanno fermato, picchiato l'autista e sequestrato tutto il nostro materiale", ha raccontato lo stesso inviato.Il voto del Parlamento della Crimea ha seguito di pochi minuti la ricomparsa di Viktor Yanukovich: con aria di sfida, il deposto presidente è riapparso in Russia meridionale, nella città di Rostov sul Don, per sostenere che è ancora lui il presidente legittimo dell'Ucraina, il capo del suo esercito e che tornerà a Kiev, "non appena le circostanze lo permettono". Yanukovich ha aggiunto che le presidenziali previste per il 25 maggio sono "assolutamente illegittime e illegali" e che il Paese è in mano "a una banda di ultranazionalisti e neofascisti" che vogliono scatenare "una guerra civile".Intanto, mentre le autorità in Crimea reclutano volontari nelle forze di auto-difesa, la Camera bassa del Parlamento russo, la Duma, discuterà il prossimo 21 marzo come semplificare le procedure perché la Crimea possa unirsi alla Federazione.Da parte sua l'Occidente prova ad aumentare la pressione diplomatica su Mosca. La Francia ha minacciato nuove sanzioni contro Mosca, mentre la Germania ha avvertito che se la posizione russa non cambierà entro domenica, il prossimo passo contro Mosca sarà preso dal Consiglio Europeo del prossimo lunedì a Bruxelles. Il capo della diplomazia tedesca, Frank-Walter Steinmeier, in visita in Estonia, Lituania e Lettonia, ha anche rassicurato le ex-repubbliche sovietiche innervosite dalle manovre russe che possono contare su Ue e Nato. Ma una risposta arriva anche dalla Nato: alla minaccia di una guerra sull'estremo lato orientale dell'Europa, l'Allenza Atlantica reagisce confermando il previsto insediamento di aerei da ricognizione Awacs in Polonia e Romania per monitorare gli eventuali spostamenti russi.Ma la mano tesa dell'Europa a Kiev porta soprattutto aiuti economici. La Commissione europea ha deciso di aprire unilateralmente le porte all'export ucraino riducendo drasticamente le tariffe doganali. Lo hanno comunicato il presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso, e il Commissario al commercio, Karel De Gucht. L'apertura vale 500 milioni di euro l'anno ed è solo "il primo passo" del pacchetto di aiuti.