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Parigi. Professore sgozzato per le vignette, nove arresti

Luca Miele venerdì 16 ottobre 2020

La polizia sul luogo dell'omicidio

Sono state arrestate altre cinque persone nell'ambito dell'indagine per la decapitazione di un insegnante davanti a una scuola superiore, a nord di Parigi, portando il numero totale degli arrestati a nove. Lo riferisce l'emittente BfmTv che cita fonti proprie.

Si tratta di un genitore che aveva pubblicato il video in cui si lamentava dell'atteggiamento dell'insegnante che aveva mostratole vignette di Maometto in classe, di un suo amico che lo aveva accompagnato a incontrare il preside, e di altre tre persone.

Tutti sono stati fermati nelle località di a Yvelines, Conflans Saint Honorine e Chanteloup.

Nella serata di ieri erano stati arrestati anche quattro membri della famiglia del 18enne ceceno autore della decapitazione, ucciso poi dalla polizia: i genitori, il nonno e suo fratello di 17 anni.

Professore ucciso per avere mostrato in classe vignette su Maometto

Ha ucciso un uomo, sgozzandolo. Ha pubblicato le immagini su Twitter. Intercettato dalla polizia, ha urlato «Allah akbar», prima di essere ucciso dagli agenti. La Francia ripiomba nel terrore. L’orrore, questa volta, è eruttato in una banlieue della capitale. A portarlo in scena un russo, un ragazzo di appena 18 anni. Ma, ancora una volta, la scintilla che ha acceso il fuoco è la mai sopita vicenda delle vignette di Maometto, pubblicate da Charlie Hebdo. L’ultimo attacco si è verificato a settembre proprio nei giorni in cui si celebrava il processo per l’attentato del 7 gennaio 2015, costato la vita a dodici persone. Una storia che, da allora, sembra non volere finire mai. La vicenda è confusa. I particolari raccapriccianti.

Man mano che saltano fuori i tasselli di quanto accaduto, si srotola anche il filo rosso che arriva fino alle vignette su Maometto.

La ricostruzione l’ha fatta il quotidiano della capitrale Le Parisien. Samuel P. è un docente di storia e geografia. Decide di mostrare le controverse caricature sul profeta, pubblicate dal giornale satirico, in classe. D’altronde il presidente francese Emmanuel Macron, in persona, ha rivendicato il “diritto” alla blasfemia. E la scuola è il luogo del confronto, della conoscenza. Non della censura.

L’iniziativa del docente non piace, anche se viene fatta in nome della libertà di espressione. Molte le segnalazioni da parte dei genitori dei ragazzi all’indirizzo della scuola. Se la ricostruzione degli eventi sarà confermata, quel gesto costerà al professore la vita. All’inizio si crede che a uccidere il docente sia stato il padre di un suo allievo. Poi, invece, si è appreso che il killer è un diciottenne nato a Mosca, di origine cecena. Sempre secondo la stampa francese, il giovane era parente di un allievo della vittima ed era in possesso di un coltello da cucina, un corpetto esclusivo secondo alcune fonti non confermate.

L’omicidio è avvenuto attorno alle 17 davanti al liceo del Bois d’Aulne a Conflans Saint–Honorine, a nord di Parigi. I poliziotti hanno visto l’aggressore mentre si aggirava attorno all’istituto in modo sospetto. Gli hanno intimato di fermarsi, l’uomo ha continuato a minacciarli gridando “Allah akbar”, quindi gli agenti hanno aperto il fuoco. Il giovane è morto poco dopo per le ferite. A poche decine di metri, la scena orribile della decapitazione del professore di storia e geografia di cui si conosce solo il nome, Samuel.

Prima di morire, l’assassino è riuscito a postare su Twitter un’immagine del suo atto, immediatamente criptata dal social network. Restano, in alto, le parole del killer, scritte "in nome di Allah": "da Abdullah, servitore di Allah, a Macron, dirigente degli infedeli, ho giustiziato uno dei tuoi cani dell'inferno che ha osato offendere Maometto. Calma i suoi simili prima che non vi venga inflitto un duro castigo".

Macron ha parlato di "attacco terroristico islamista alla Repubblica" e ha affermato che "la risposta sarà rapida e autorevole". E ha presieduto una riunione d’emergenza presso l’unità di crisi del ministero dell’Interno, insieme con il premier Jean Castex, il ministro della Giustizia Jean Dupond–Moretti, la ministra responsabile per la cittadinanza Marlène Schiappa, e il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, rientrato d’urgenza dal Marocco. Poi il presidente si è recato sul luogo dell’attacco.

I membri dell’Assemblea Nazionale si sono alzati in piedi, ieri sera, per denunciare «l’abominevole attentato» di Parigi. Il quotidiano satirico Charlie Hebdo ha espresso "orrore e rivolta". La leader del Rassemblement National, Marine Le Pen ha tuonato contro il «fondamentalismo islamico che porta la guerra». «È con la forza che dobbiamo cacciarlo lontano dal nostro Paese, allontanare questa barbarie insostenibile», ha concluso. L'ex presidente francese, François Hollande, afferma che la Francia è di nuovo sotto attacco da parte del terrorismo.