Le scuole cristiane in Pakistan sono state chiuse oggi e lo rimarranno per tre giorni, in segno di lutto per le vittime degli attacchi dei fondamentalisti musulmani a Gojra, nel Punjab. Ma non si fermano le proteste in tutto il mondo, dal Pakistan a Roma, dove il papa Benedetto XVI ha lanciato un nuovo appello per la fine delle violenze. Sembra ormai accertato che le vittime siano otto, sei delle quali bruciate vive (tra loro due bambini e tre donne) e due uccise da colpi di pistola. Truppe paramilitari e polizia stanno ancora controllando le strade di Gojra e quelle dei villaggi vicini del Punjab pachistano, dove la situazione è calma. Il governo e la presidenza del Pakistan, attraverso un suo portavoce, ha fatto sapere che una commissione di inchiesta istituita ad hoc si interesserà del caso. In diverse città pachistane sono scese in piazza comunità cristiane per protestare contro le violenze e chiedere protezione.
Il messaggio del Papa. In un telegramma inviato al vescovo di Faisalabad, monsignor Joseph Coutts, il papa si dice profondamente addolorato per l'attacco "insensato" contro la comunità cristiana della città di Gojra, per "la tragica uccisione di uomini, donne e bambini innocenti" e per "le immense distruzioni". Nel messaggio, Benedetto XVI incoraggia l'intera comunità diocesana, tutti i cristiani pachistani, a non farsi intimorire "nei loro sforzi per contribuire a costruire una società che, con un profondo senso di fiducia nei valori umani e religiosi, sia caratterizzata dal mutuo rispetto tra tutti i suoi membri". Le altre reazioni. Al Papa fa eco il nunzio apostolico Adolfo Tito Yllana, che ha spiegato che la legge sulla blasfemia, "viene utilizzata proprio per andare contro le minoranze come i cristiani. Attuano la persecuzione accusandoli di blasfemia". Il vescovo di Lahore, mons. John Lawrence Saldanha, ha chiesto un intervento del governo, per arginare i continui attacchi che obbligano la comunità cristiana a difendersi da sola e a tenere un basso profilo. Il ministro degli esteri Franco Frattini ha auspicato che le Nazioni Unite e l'Unione Europea pongano e riaffermino la "libertà di religione come valore assoluto". Frattini ha detto in una intervista che oggi chiederà alla presidenza di turno svedese dell'Unione europea di "esercitare pressioni sul Pakistan in vista del vertice in programma con la Ue", annuncia che a settembre, all'assemblea generale dell'Onu, proporrà di "fare del 2010 l'anno della libertà di religione".