Benedetto XVI in un messaggio inviato al cardinale Emmanuel III Delly, Patriarca di Babilonia dei Caldei, attraverso il Segretario di Stato cardinale Tarcisio Bertone, assicura la sua preghiera e la sua vicinanza spirituale alle comunità cattolica e ortodossa della capitale irachena. Il Papa, si legge nel messaggio, «prega per una conversione del cuore degli autori della violenza e incoraggia le autorità a faretutto il possibile per promuovere una coesistenza giusta e pacifica di tutti i settori della popolazione irachena». A rendere noto il messaggio del Pontefice è stato oggi «l'Osservatore romano».Negli anni del regime di Saddam Hussein, rileva il quotidiano della Santa Sede, i cristiani in Iraq godevano di sicurezza e di una relativa libertà, tanto che alcuni di loro arrivarono anche ad avere incarichi importanti, come il vicepremier Tareq Aziz. Prima dell'invasione americana dell'aprile 2003 si stimava che fossero circaottocentomila, sparsi in tutto il Paese. «Oggi secondo varie stime - prosegue l'Osservatore romano - sarebbero circa cinquecentomila. Molti di essi, per sfuggire alle persecuzioni, sono stati costretti ad abbandonare l'Iraq trovando rifugio nelle nazioni vicine o in altri continenti.Città-simbolo di questa persecuzione è Mossul, nell'Iraq settentrionale, dove, finita la guerra, sono cominciati gli attacchi indiscriminati».Quindi si ricorda che «vittima dell'odio» fu anche «l'arcivescovo di Mossul dei Caldei, Paulos Faraj Rahho, trovato morto il 12 marzo 2008 dopo essere stato rapito, giorni prima, da un commando di uomini armati mentre usciva dalla chiesa di SantoSpirito».Mentre l'anno scorso, rileva il quotidiano della Santa Sede, «sono state migliaia le famiglie cristiane costrette ad andarsene da Mossul». Una fuga per la quale Benedetto xvi ha espresso più volte l'allarme e grande sofferenzà. E durante il suo recente pellegrinaggio in Terra Santa, il Papa è tornato a sostenere il riconoscimento dei «diritti fondamentali a una coesistenza pacificà dei cristiani in Iraq».