Pace. Papa Francesco affida al cardinale Zuppi la missione di mediazione per l’Ucraina
Il cardinale Matteo Zuppi
Dopo le voci circolate nei giorni scorsi arriva la conferma ufficiale. Sarà il cardinale Matteo Zuppi l’incaricato di Papa Francesco nella missione di pace per cercare di mettere fine alle ostilità in Ucraina. Missione della quale lo stesso Pontefice aveva parlato per la prima volta il 30 aprile scorso, durante la conferenza stampa in aereo, sul volo di ritorno dal viaggio in Ungheria.
Ieri, nel tardo pomeriggio è stato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede a dare l’annuncio ufficiale, rispondendo alle domande dei giornalisti. Tra l’altro, a una settimana esatta dalla visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Papa Bergoglio. «Posso confermare - queste le parole del portavoce vaticano - che Papa Francesco ha affidato al cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, l’incarico di condurre una missione, in accordo con la Segreteria di Stato, che contribuisca ad allentare le tensioni nel conflitto in Ucraina, nella speranza, mai dimessa dal Santo Padre, che questo possa avviare percorsi di pace. I tempi di tale missione, e le sue modalità, sono attualmente allo studio», ha concluso Bruni.
A seguire è arrivata una dichiarazione di Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della Cei: «Accogliamo come un segno di grande fiducia e con i migliori auspici la decisione di Papa Francesco. Invitiamo le comunità ecclesiali e, in particolare, i monasteri presenti sul territorio nazionale ad accompagnare sin d’ora con la preghiera questa missione che il Santo Padre ha voluto conferire al Presidente della Cei, affinché porti frutto e aiuti a costruire processi di riconciliazione».
Considerate l’importanza e la delicatezza dell’incarico – ha fatto inoltre sapere il direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali, Vincenzo Corrado – il cardinale non rilascerà interviste né dichiarazioni fino a quando non sarà ritenuto opportuno, d’intesa con il Papa e la Santa Sede. Come si ricorderà, il sito il Sismografo aveva lanciato l’indiscrezione secondo cui Zuppi si sarebbe dovuto recare a Kiev e il prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, l’arcivescovo Claudio Gugerotti, avrebbe dovuto raggiungere Putin a Mosca. Quest’ultimo, però, venerdì aveva fatto diffondere una nota di smentita: «Si comunica che al prefetto nulla consta di quanto affermato a suo riguardo».
Infine, ieri la notizia del ruolo di incaricato per la missione di pace attribuito dal Papa al cardinale Zuppi. Il quale, quando era un “semplice” sacerdote, ha già svolto con successo il compito di mediatore, nel processo di pacificazione che portò alla fine della guerra civile in Mozambico. Il 4 ottobre 1992, dopo 16 anni di conflitto fratricida e oltre 2 di negoziato, nella sede della Comunità di Sant’Egidio a Roma venne siglata la fine delle ostilità. Un precedente beneaugurante.
L’annuncio di ieri sera cambia comunque anche lo schema ipotizzabile per la missione di pace. Finora, infatti, i media avevano ragionato sulla falsariga di quanto avvenne al tempo di san Giovanni Paolo II, quando gli inviati del Papa furono due: il cardinale Pio Laghi a Washington e il cardinale Roger Etchegaray a Baghdad, al fine di scongiurare la seconda guerra del Golfo.
Anche se l’organizzazione della missione è ancora in fase embrionale (e pur non essendo escluso che il presidente della Cei possa recarsi non solo a Kiev), il primo step sarà davvero quello di mettersi in ascolto, a servizio della pace, per tornare a ragionare in termini di pace.
Una parola che al momento purtroppo non viene pronunciata spesso dalle parti contendenti. Sicuramente non dovrà mancare la preghiera, come ha ricordato Baturi. E infatti il Papa, ricevendo ieri i Missionari Monfortani riuniti per il loro 38.mo capitolo generale, è tornato a invocare l’intercessione della Vergine al cui Cuore Immacolato - ha ricordato - ha voluto consacrare Ucraina e Russia, chiedendo «di rinnovare questo atto di affidamento e questa supplica».