Sono tutte pachistane le vittime - sei donne e un uomo, secondo un bilancio aggiornato della polizia - dell'agguato compiuto oggi da uomini armati a bordo di una moto a Swabi, in Pakistan. I sette lavoravano per un'organizzazione non governativa locale,
Ujalla, che offre corsi di educazione alla salute. «Negli ultimi mesi scuole e Ong sono stati i bersagli di attacchi», ha ricordato Rooh ul-Amin, direttore dell'alleanza locale delle Ong. L'auto con a bordo gli operatori è stata crivellata di colpi mentre il gruppo rientrava a casa, al termine del lavoro in una comunità di sostegno per l'infanzia, gestita dall'ong
Ujala (Luce). L'attacco è avvenuto nellaprovincia di Swabi, circa 76 km a nord-ovest della capitale. A dicembre sono stati uccisi, in vari attacchi, nove operatori sanitari impegnati nella campagna di vaccinazione nazionale; i talebani sostengono di non aver nulla a che fare con le esecuzioni, ma i loro uomini hanno ripetutamente sostenuto che il programma di immunizzazione in realtà nasconde un tentativo di sterilizzare la popolazione. Ma la situazione nel Paese asiatico resta tesa. Nel pomeriggio di martedì una moto imbottita di esplosivo è esplosa al passaggio di un pulmino in un'area affollata nella città portuale pakistana di Karachi causando la morte di almeno due persone. Altre cinquanta sono rimaste ferite. Secondo la pakistana Geo tv l'esplosione è avvenuta pochi minuti dopo un comizio della formazioni Mqm e Tehreek--Minhajul Quran.