Governo sotto accusa in Pakistan
dopo l'eccezionale ondata di caldo che ha travolto il Paese e ha
fatto quasi 700 morti da sabato, perlopiù anziani e poveri. La città più colpita è Karachi, nello stato meridionale di Sindh, dove le temperature hanno raggiunto picchi di 45 gradi. L'inizio del Ramadan, che impone il digiuno dall'alba al tramonto, ha aggravato la situazione. Negli ospedali della megalopoli è stato dichiarato lo stato d'urgenza. Chiusi gli uffici governativi e le scuole, imposti limiti all'utilizzo dell'aria condizionata negli uffici per il rischio black-out. l premier Nawaz Sharif ha dato ordine alla protezione civile (National Disaster Management Authority) di prendere misure immediate. Dispiegati anche i militari.
Per venerdì le opposizioni hanno
annunciato una giornata di lutto per ricordare le vittime del caldo record.
Per Syed Khursheed Shah, leader dell'opposizione in Parlamento, il
governo non ha rispettato le promesse,
neanche quella di garantire l'elettricità durante il Ramadan. Il ministro per l'Acqua e
l'Energia, Khawaja Asif, ha replicato che il governo
"non ha alcun controllo sulla Karachi Electric".
Paese fragile e dotato di armi
nucleari, insanguinato da attacchi dei taliban e altre insurrezioni,
con un'economia sull'orlo del baratro, il Pakistan è colpito da tempo da una
grave crisi energetica. La città di Karachi rimane al buio per molte ore ogni giorno poiché la rete elettrica non è in
grado di far fronte alla domanda di 20 milioni di
persone.
Il malcontento cresce e sono
frequenti gli episodi di violenza.
Pakistan Today ha riferito di scontri, lunedì, tra polizia e manifestanti, che
hanno incendiato copertoni e dato alle fiamme auto delle forze di
sicurezza. Oggi, scrive Dawn.com, si registrano proteste in varie zone
del Sindh. Su Twitter la protesta corre con l'hashtag #KarachiWeepsGovtSleeps.
Intervistato da
Dawn, il meteorologo
Farooq Dar ha fatto sapere che il caldo record
non abbandonerà il Pakistan e che le temperature resteranno tra i 40 e i
43 gradi.