Terrorismo. Sangue sulle elezioni: 133 morti ai comizi in Pakistan
Soccorsoi ai feriti a Bannu (Ansa)
Non si ferma in Pakistan l’offensiva terroristica contro le iniziative elettorali in vista del voto del 25 luglio per il Parlamento. Ieri due esplosioni contro comizi elettorali hanno provocato almeno 133 morti. Cinque e una quarantina di feriti in una prima detonazione dovuta a una motocicletta-bomba a Bannu, città settentrionale prossima al confine afghano. Obiettivo il candidato del Muttahida Majlis-e-Amal, formazione islamista, Akram Khan Durrani, che è però sopravvissuto.
La seconda esplosione, un attacco suicida nella città di Mastung, nella provincia sud-occidentale del Baluchistan, è costata la vita a 128 persone, tra cui Siraj Raisani, candidato a un seggio provinciale sotto la bandiera del Balochistan Awami Party, una nuova formazione politica. Un centinaio i feriti. L'attentato è stato rivendicato dal Daesh sul sito fondamentalista Amaq.
Più volte i taleban hanno minacciato di colpire obiettivi tra i partiti di ispirazione laicista per il sostegno da essi fornito alle operazioni militari contro i gruppi jihadisti nelle aree tribali e solo martedì scorso un attacco suicida ha ucciso a Peshawar Haroon Bilour, leader locale del laicista Awami National Party, e 19 sostenitori. L’attacco kamikaze di tre giorni fa era stato immediatamente rivendicato dal gruppo Tehreek-e-Taliban Pakistan (Ttp), cioè i taleban pachistani.