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Pakistan. Tre arresti per il rapimento e lo stupro di una 16enne cristiana

Stefano Vecchia e Redazione Internet domenica 16 gennaio 2022

Manifestazione contro la persecuzione dei cristiani nel 2018 a Quetta, in Pakistan

Tre arresti in Pakistan per il rapimento e lo stupro di una sedicenne cristiana, forse finalizzati a "nozze" forzate con un musulmano. Dall'inizio dell'anno si contano già diversi casi di studentesse cristiane rapite.

La polizia di Okara ha arrestato il 10 gennaio il trentenne Muhammad Arif e due complici. Secondo la denuncia, Arif avrebbe molestato la giovane con Sms e telefonate per convincerla ad avere rapporti sessuali. Di fronte al rifiuto, il 7 gennaio l'avrebbe rapita, le avrebbe somministrato un sonnifero e, con due complici, l'avrebbe condotta a Faisalabad, dove la ragazza è stata ripetutamente violentata, per poi essere rilasciata con gravi traumi fisici e psicologici.

La famiglia della sedicenne, che non è in grado di parlare per lo choc, ha presentato denuncia e la polizia ha proceduto agli arresti. "Si nota un aumento di questi casi, e finora il governo non è in grado di intraprendere alcuna azione ferma per la protezione delle ragazze appartenenti alle minoranze religiose in Pakistan" dice a Fides Ashiknaz Khokhar, cristiano impegnato nella tutela dei diritti umani. "Queste ragazze subiscono traumi e anche il rispetto della famiglia ne risente molto".

Si tratta del quarto caso di ragazze cristiane rapite segnalato nel 2022: anche la 17enne Zarish e la 15enne Angel sono scomparse, a Kot Radha Kishan, e la 14enne Mahnoor a Lahore. Secondo i rapporti sui diritti delle donne pubblicati a metà del 2021, solo nella provincia pachistana del Punjab, nella prima metà del 2021 anno sono state rapite 6.754 donne. Il fenomeno desta particolare attenzione quando è rivolto alle adolescenti non musulmane (ragazze di fede cristiana o indù) che vengono sequestrate, convertite e e costrette al matrimonio islamico, nella generale impunità.

Mahnoor, 14 anni: rapita, stuprata, "sposata" e "convertita"

di Stefano Vecchia

Si chiama Mahnoor e ha 14 anni la prima vittima cristiana di sequestro, conversione forzata e matrimonio con un adulto musulmano emersa in Pakistan nel 2022. L’adolescente è scomparsa il 4 gennaio a Lahore, dopo essersi recata nell’abitazione di musulmani dove spesso andava a giocare nel tempo libero dalla scuola nello stesso edificio dove Mahnoor vive fin da piccola con il nonno, non distante dalla casa dei genitori.

«Il 4 gennaio mio suocero mi ha telefonato per chiedermi se Mahnoor fosse con noi perché al mattino era uscita per andare in casa di vicini musulmani ma non aveva fatto ritorno. Non vedendola rientrare, siamo andati dai vicini, i Ghauri, per chiedere se avessero visto nostra figlia. Poi abbiamo cominciato a preoccuparci, perché nostra figlia non si allontana mai da sola», ha raccontato la madre, Saima Bibi.

La polizia, avvertita dalla famiglia, è arrivata sul luogo e ha raccolto la testimonianza dei genitori e dei loro vicini dichiarandosi disponibile ad aprire un’indagine. «Il giorno dopo – prosegue Saima – non avendo avuto alcuna notizia abbiamo cercato aiuto per riportare a casa nostra figlia il più presto possibile. Qualcuno dei nostri conoscenti ci ha spiegato che nei casi in cui una ragazza sia rapita, rischia di essere convertita all’islam e di dovere sposare l’uomo che l’ha sequestrata».

Nei giorni successivi la famiglia ha avuto la certezza della sorte della ragazza. «Tre giorni dopo siamo tornati a casa dei Ghauri, che nel frattempo, inesplicabilmente, si erano allontanati da casa per poi farvi ritorno, e la sorella di Muhammad Ali Khan Ghauri mi ha consegnato alcuni documenti che certificavano la conversione di Mahnoor e il matrimonio», ricorda con angoscia la madre. «Ogni richiesta di riavere nostra figlia avanzata attraverso la sorella al fratello già sposato con due figli, è stata inutile. Non so quando o come quell’uomo sia riuscito a attirarla in questo rapporto. Lei è minorenne, una bambina, incosciente di quello che le potrebbe succedere. Le autorità devono aiutarci a riportarla a casa».

Un desiderio legittimo che rischia di arenarsi davanti a pregiudizi, reticenze e alla legge. Come conferma Nasir Saeed, direttore del Centre for Legal Aid, Assistance and Settlement, Ong impegnata nell’assistenza legale ai cristiani perseguitati in Pakistan: «Il fenomeno in crescita. E i rapporti indicano come ogni anno siano oltre mille le giovani cristiane o indù rapite, convertite e sposate con adulti musulmani».