Un attentatore suicida ha attaccato oggi una manifestazione sciita filo- palestinese a Quetta, in Pakistan, uccidendo almeno 54 persone. L'attacco, il secondo della settimana, mette ulteriormente sotto pressione il governo, già alle prese con l'emergenza alluvioni, che per gli Stati Uniti probabilmente ritarderanno l'offensiva dell'esercito contro i ribelli talebani."Sfortunatamente, con tutta probabilità le alluvioni in Pakistan ritarderanno le operazioni dell'esercito pakistano nel Waziristan settentrionale per qualche tempo", ha detto il Segretario Usa alla Difesa, Robert Gates, in Afghanistan per una visita alle truppe.Hamid Shakeel, esponente della polizia locale, ha detto a Reuters che almeno 54 persone sono state rimaste uccise nell'attacco e altre 160 ferite.Alcune ore dopo il massacro, talebani legati ad al-Qaeda hanno rivendicato l'attentato, dicendo che si tratta di una vendetta per l'uccisione di alcuni esponenti del clero sunnita per mano di presunti sciiti."Siamo fieri di rivendicare l'attacco di Quetta", ha detto Qari Hussain Mehsud, mentore degli attentatori suicidi talebani, al telefono con Reuters da una località tenuta nascosta. "È una vendetta per l'uccisione di sunniti innocenti".I talebani hanno rivendicato anche la responsabilità del triplo attentato contro una processione di musulmani sciiti a Lahore questa settimana, una ulteriore sfida al governo. L'attentato di mercoledì a Lahore, costato la vita a 33 persone, è stato il primo grande attacco dopo le alluvioni che hanno colpito il Paese il mese scorso.
AGIRE: SIAMO PREOCCUPATI PER I NOSTRI OPERATORI«Siamo preoccupati per l'incolumità dei nostri operatori in Pakistan e dei nostri partner locali, ma non abbiamo intenzione di ridurre la nostra presenza», lo afferma Riccardo Giannotta del Vis, una delle ong del network per le emergenze Agire. L'organizzazione opera da diversi anni proprio nella zona di Quetta, quella dell'attentato che oggi ha provocato almeno 43 morti. Secondo Agire, il bilancio provvisorio delle vittime è di 45 morti e 280 feriti.«È indispensabile - spiega Giannotta - continuare a fornire assistenza agli sfollati delle zone alluvionate, che negli scorsi giorni si sono stabiliti nelle periferie della città, e che hanno disperatamente bisogno di cibo, ripari e acqua potabile».