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Il negoziato. Al via i contatti verso la pace fra Amenia e Azerbaigian

Nello Scavo giovedì 26 ottobre 2023

L'arrivo al confine armeno di un gruppo di rifugiati in fuga dal Nagorno-Karabakh

E’ una strada ancora lunga quella che porta al 30 giugno 2024, data entro la quale l'Armenia spera di concludere un accordo di pace con l'Azerbaigian. Primo passo sarà quello di riavviare i colloqui per ristabilire relazioni diplomatiche, ha dichiarato il primo ministro armeno Nikol Pashinyan. Dopo decenni di inimicizia tra Baku ed Erevan, il mese scorso l'Azerbaigian ha riconquistato la regione contesa del Nagorno-Karabakh con un'offensiva lampo, provocando l'esodo di massa della maggior parte dei suoi abitanti della minoranza armena cristiana. Da allora, i due Paesi del Caucaso meridionale si sono dichiarati disposti a firmare un accordo di pace, anche se i progressi sono stati incostanti. Il primo ministro azero Ali Asadov ha dichiarato al forum di Tblisi, in Georgia dove era presente anche il leader armeno, che Baku si è impegnata a ripristinare i collegamenti commerciali via terra con l'Armenia ma che la crisi del Nagorno aveva compromesso queste opportunità. Il presidente armeno Pashinyan ha anche detto che Erevan spera di aprire il suo confine con la Turchia, stretto alleato dell'Azerbaigian, cominciando dal ripristinare l’accesso a cittadini di Paesi terzi e ai titolari di titoli diplomatici. La frontiera è chiusa dal 1993, quando la Turchia ha interrotto le relazioni con l'Armenia.

Pesa sul futuro il ruolo di Mosca, che chiede a Erevan di chiarire la propria posizione dopo che il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha affermato di non vedere alcun vantaggio nel mantenimento delle basi militari russe in Armenia. Pashinyan aveva anche spiegato che nonostante le tensioni con la Russia, Erevan "non sta discutendo" la richiesta di ritiro delle truppe moscovite. Le relazioni con il Cremlino sono peggiorate, con l'Armenia che ha accusato Mosca di non averla sostenuta contro l'Azerbaigian e migliaia di persone che nelle settimane scorse hanno inscenato per le vie della capitale armena manifestazioni nelle quali accusavano Putin di aver tradito i cristiani del Nagorno-Karabakh.