Passano i giorni e aumentano gli interrogativi. Il blitz che ha portato all’uccisione di Osama Benladen è destinato a passare alla storia come quello di maggior successo nell’intelligence militare, in grado forse di regalare una nuova vittoria elettorale a Barack Obama. Ma man mano che trascorrono le ore, emergono dettagli in contraddizione con le versioni precedenti. Martedì sera la Casa Bianca ha ammesso che il leader di al-Qaeda non era né armato né si è nascosto dietro uno scudo umano. Ieri la figlia dodicenne ha raccontato alle forze di sicurezza pachistane che il padre è stato catturato vivo e poi assassinato dinanzi agli occhi dei familiari (che adesso sono nell’ospedale militare di Rawalpindi). I soldati del Seal Team Six avrebbero catturato Benladen nei primi momenti dell’assalto alla villa- fortezza di Abbottabad. Il direttore della Cia, Leon Panetta ha spiegato che le regole di ingaggio avrebbero richiesto di arrestare Osama «se avesse alzato le mani e si fosse arreso», ma ha aggiunto che «non c’era molto tempo» e comunque sono state fatte «mosse minacciose, questo è il motivo per cui hanno sparato». Successivamente ancora la Cia ha «categoricamente smentito » le parole della figlia di Benladen. Intanto si è saputo che né il presidente americano Barack Obama, né lo stesso Panetta hanno visto l’uccisione in diretta di Osama, anche perché quando il commando è entrato nel compound c’è stato un periodo di 20 o 25 minuti di interruzione nella trasmissione della immagini negli Usa. Obama seguiva la missione dalla Situation room della Casa Bianca, insieme al vice, Joe Biden, e al segretario di Stato Hillary Clinton, mentre Panetta era in videoconferenza dalla sede della Cia a Langley. Le foto diffuse dalla Casa Bianca hanno immortalato il presidente mentre – il volto pietrificato dalla tensione – sedeva insieme agli altri presenti: in realtà, però, non è chiaro se stessero guardando immagini in tempo reale o in differita oppure se stessero ricevendo solo un resoconto sull’operazione. La Cnn ha riferito che nell’operazione sono stati portati via dalla casa-rifugio di Abbottabad 5 computer, 10 hard disk e più di 100 elementi d’archivio, tra cui dischetti e dvd. Le foto al cadavere di Benladen sarebbero state scattate in Afghanistan. Nella villa-fortezza di Osama non sarebbero stati trovati né armi né esplosivi e il complesso non era collegato ad alcun tunnel sotterraneo e non ospitava dei bunker. All’interno degli abiti del terrorista sono stati trovati cuciti cinquecento euro e due numeri di telefono cellulare: secondo la Cia sarebbero dei segni che dimostrano come Benladen fosse pronto a scappare se fosse stato avvisato di un attacco imminente. Quando gli americani hanno abbandonato la residenza, le forze di sicurezza pachistane hanno recuperato a terra quattro cadaveri uccisi da colpi d’arma da fuoco e arrestato due donne e sei bambini, tra i due e i dodici anni. Amal, la donna ferita ad una gamba nello scontro a fuoco (e non uccisa come si era detto in un primo tempo), era la più giovane delle cinque mogli di Benladen. La donna si trovava nella camera da letto di Osama al momento del blitz e si sarebbe precipitata contro uno degli agenti americani, che ha aperto il fuoco ferendola.