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La visita. Orbán alla corte di Putin imbarazza l’Ue: «Atteggiamento sleale»

Giovanni Mari Del Re venerdì 5 luglio 2024

Il premier ungherese Viktor Orbán con il presidente russo Vladimir Putin a Mosca

Niente cessate il fuoco, solo una fine della guerra alle condizioni di Mosca. Per Viktor Orbán com’era più che prevedibile si traduce in un umiliante fiasco la sua improvvida visita a Mosca da Vladimir Putin, proprio all’inizio del suo semestre di presidenza Ue, condannata da un coro di critiche in Europa. «Il primo ministro – dice il presidente russo in una dichiarazione alla stampa, in piedi a fianco di Orbán – mi ha riferito della sua visita a Kiev, dove ha proposto varie idee e un’iniziativa che include una tregua per iniziare negoziati di pace con la Russia». Ma «noi non vogliamo una tregua, servirebbe solo a far arrivare altre armi al regime di Kiev, ma solo una fine completa del conflitto», che potrà avvenire solo «secondo le linee da noi indicate» e cioè «il ritiro totale delle forze armate ucraine» dalle regioni rivendicate da Mosca nell’Est dell’Ucraina.
Un diktat che equivarrebbe a una resa e al riconoscimento delle annessioni, che ovviamente né Kiev né l’Europa possono accettare. E che conferma, secondo fonti della Unione, come Putin non abbia nessuna intenzione di negoziare davvero.

«L'appeasement non fermerà Putin – avverte la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen su X – solo l'unità e la determinazione apriranno la strada ad una pace complessiva, giusta e duratura in Ucraina». Lo “zar” russo ha vistosamente goduto della rottura del fronte europeo operata da Orbán. E infatti lo ha «ringraziato per la visita» anche «considerando il fatto che detiene la presidenza di turno Ue». È stata anche l’occasione, aggiunge, per «scambiare opinioni sulle relazioni tra Russia e Ue, ora ai minimi storici, e anche dei principi di una possibile architettura di sicurezza in Europa». Insomma, «vediamo questa visita come un tentativo di ripristinare il dialogo e darvi impeto». Orbán, ormai palesemente sempre più vicino a Putin, ha cercato di presentarsi come il grande mediatore. «L’Europa – ha detto – ha disperatamente bisogno di pace». Dunque, «nel nostro semestre il nostro obiettivo principale sarà fare campagna per la pace». Del resto, «ci sono pochissimi Paesi ormai che hanno contatti con entrambe le parti, e l’Ungheria è tra questi. So che le posizioni sono lontanissime, abbiamo molti passi da fare per porre fine alla guerra. Ma il passo più importante è stato fatto, abbiamo stabilito un contatto e continueremo».

L’indignazione a livello europeo è immensa. Orbán, precisa l’Alto rappresentante Josep Borrell, «non ha ricevuto alcun mandato dal Consiglio Ue» e la posizione dell’Unione «esclude i contatti ufficiale tra l’Ue e Putin», oltretutto colpito da mandato di cattura della Corte penale internazionale. Dunque, «il primo ministro non rappresenta l’Ue in alcuna forma». Messaggio identico, alla vigilia, dal presidente del Consiglio Europeo Charles Michel. «La presidenza di turno non ha mandato per negoziare» ammette via X Orbán, «ma non è possibile arrivare alla pace stando comodamente in poltrona a Bruxelles».
Anche vari leader sono furibondi. Orbán, tuona via X il premier svedese Ulf Kristerrson, «è irresponsabile e sleale se usa la presidenza ungherese dell'Ue per visitare Putin. È un segnale sbagliato per il mondo esterno e una presa in giro del popolo ucraino che lotta per la libertà. Orbán è solo, non parla a nome dell'Ue e non parla a nome di tutti gli altri capi di Stato e di governo». «La posizione dell'Ue è chiara – avverte il cancelliere tedesco Olaf Scholz – noi condanniamo la guerra di Putin e siamo solidali con l'Ucraina, che sosteniamo sul piano finanziario e militare». «La presidenza ungherese dell’Ue – commenta un alto diplomatico europeo – è già morta». Vengono in mente le passate richieste di alcuni Stati membri e del Parlamento Europeo di annullare il semestre ungherese. Segnale clamoroso: la tradizionale visita del collegio dei commissari europei nella capitale del Paese di presidenza, in questo caso Budapest, già slittata da luglio a settembre, potrebbe saltare. Sarebbe senza precedenti.