Londra. Online la petizione per portare Tafida a Genova
Tafida Raqeeb, 5 anni
Nel Regno Unito, il London Royal Hospital vuole sospenderle i trattamenti vitali. In Italia, l’ospedale Gaslini di Genova è pronto a garantirle le cure di cui necessita. Ma il giudice inglese ancora non ha dato l’ok al trasferimento, e con tutta probabilità – come già avvenuto in passato –, ancora una volta lo negherà contro il volere dei genitori, ritenuti incapaci di perseguire il «miglior interesse» della piccola.
Così, per salvare Tafida Raqeeb – la bimba di 5 anni che si trova in uno stato di minima coscienza –, ora scende in campo con una petizione da sottoscrivere online (www.tafidainitalia.org) anche “CitizenGo”, comunità mondiale che dichiara di sostenere la vita e la famiglia.
Rivolge una petizione al premier Giuseppe Conte, e a lui chiede di «schierare il governo e la diplomazia italiana a fianco dei coniugi Raqeeb, anche concedendo alla piccola Tafida la cittadinanza italiana»: l’ultima carta per spronare i giudici inglese ad autorizzare il trasferimento della bimba a Genova. Sotto il profilo tecnico, il governo italiano potrebbe replicare quanto già messo in atto per Alfie Evans, il bimbo morto a Liverpool per abbandono delle cure, quando invece l’ospedale vaticano Bambino Gesù era pronto ad accoglierlo.
In quel caso, la cittadinanza era stata concessa con una norma pressoché mai utilizzata prima di quel momento, l’articolo 9, n. 2, della legge 91 del 1992: «Con decreto del Presidente della Repubblica – così recita la disposizione – sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministero dell’Interno, di concerto con il Ministero degli Affari Esteri, la cittadinanza può essere concessa allo straniero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato». Come a dire che, per l’Italia, tale è la difesa della vita.