Presto l’Ohio avrà una legge che proibisce l’aborto volontario in seguito a una diagnosi prenatale di sindrome di Down. L’Assemblea legislativa dello Stato americano dovrebbe approvare la misura già a settembre, grazie all’appoggio di due terzi dei rappresentanti di entrambe le Camere. Anche se il governatore John Kasich, un repubblicano in corsa per la presidenza, non ha ancora preso posizione, la sua opposizione all’interruzione di gravidanza è nota, e dalla sua elezione nel 2010, ha firmato una serie di restrizioni all’aborto.
Mike Gonidakis, il presidente dell’Associazione per il diritto alla vita dell’Ohio, ha detto che il suo gruppo ha fatto del disegno di legge una priorità, perché la sindrome di Down è così facilmente diagnosticata durante la gravidanza da portare all’aborto quasi automaticamente. Negli Stati Uniti, tra il 60 e il 90 per cento delle diagnosi prenatale di sindrome di Down portano all’aborto, stando a ricerche condotte tra il 1995 e il 2011. Ma i difensori dell’aborto sostengono che una tale legge violerebbe la sentenza con cui la Corte Suprema americana nel 1973 stabilì il diritto della donna di interrompere una gravidanza fino a quando il feto può sopravvivere fuori dall’utero. Fanno anche notare che la legge riconosce il feto come persona, un principio non ammesso dall’ordinamento statunitense. Nel corso degli ultimi quattro decenni, decine di Stati Usa hanno disciplinato l’accesso all’aborto, limitando il periodo di tempo durante il quale è legale. Le leggi che lo vietano sulla base delle motivazioni della madre sono molto meno comuni. Il precedente più simile è quello del Dakota del Nord, che nel 2013 rese illegale un aborto a causa di anomalie genetiche del feto, inclusa la sindrome di Down. Nessuna causa legale ha sfidato finora il provvedimento. Indiana, Missouri e Dakota del Sud hanno considerato leggi simili quest’anno. E sette Stati – Arizona, Kansas, Carolina del Nord, Dakota del Nord e del Sud, Oklahoma e Pennsylvania – proibiscono l’aborto se il motivo è la selezione del sesso del nascituro. Nel 2012, la Camera dei rappresentanti federale Usa ha respinto una misura simile. L’Arizona vieta anche l’aborto quando il medico sa «che è stato cercato in base al sesso o alla razza del bambino».