Scontro sempre più duro sul fronte dell'immigrazione negli Stati Uniti. Il presidente Barack Obama conferma che sull'immigrazione andrà avanti da solo, senza il Congresso e bypassando i repubblicani. Il suo piano dovrebbe essere varato al suo ritorno dal G20 in Australia.
"I repubblicani - spiega Obama dalla Birmania - hanno ora la maggioranza e dunque la capacità per riformare il sistema immigratorio. Quella che non
hanno è la capacità di tenermi fermo all'infinito di fronte a
un sistema che non funziona più. Per il presidente la riforma dell'immigrazione "è una cosa che va fatta subito, che non può più aspettare. È un dovere. Ne abbiamo parlato per dieci anni, ora basta". La bozza di decreto è già pronta, e prevede la regolarizzazione di milioni di irregolari a cui verrebbe dato un
permesso di soggiorno e di lavoro, ponendo fine ai rimpatri forzati.
Nonostante le parole di fuoco dei leader repubblicani del Congresso, la destra sarebbe divisa su che tipo di risposta dare alla mossa della Casa Bianca. Per alcuni, scrive il Washington Post, la strada giusta è quella di combattere il piano di Obama in Congresso, e di sfruttare la maggioranza che i repubblicani hanno ottenuto sia alla Camera che al Senato per apportare significativi cambiamenti alla nuova legislazione. Per altri, l'ala più conservatrice del partito (vedi i Tea Party), si dovrà contrastare il decreto Obama bloccando il governo con un nuovo
shutdown. Una nuova paralisi delle istituzioni federali fino a che il presidente non ceda.
Nonostante la sconfitta delle elezioni di midterm Obama sembra più che mai determinato a portare avanti la sua agenda. Anzi, "dopo le elezioni si è liberato di un peso, si sente più libero", affermano sul New York Times alcuni suoi
collaboratori. Per i leader repubblicani in Congresso, John Boehner e Mitch McConnell, tutto ciò potrebbe diventare un problema, che dovranno faticare molto per
trovare una sintesi tra le anime del partito, molto distanti, per non trasformare l'ultima vittoria elettorale in uno scontro interno continuo.