Il presidente americano Barack Obama ha aperto oggi la parte ufficiale della sua visita in Turchia, ultima tappa del suo primo viaggio oltreoceano, con un colloquio ad Ankara col presidente turco Abdullah Gul. Obama sta corteggiando assiduamente la Turchia, considerata il miglior alleato degli Stati Uniti nel mondo musulmano. Oltre ad una visita d'insolita lunghezza (due giorni pieni), il presidente degli Stati Uniti ha mandato numerosi segnali d'amicizia al governo di Ankara, compreso l'aggressivo sostegno ieri a Praga al vertice Ue-Usa alla ammissione della Turchia nella Unione Europea.
«Bene la Turchia in Ue». "Voglio essere molto chiaro - ha detto Obama - gli Stati Untti sostengono fortemente la volontà della Turchia di diventare membro dell'Unione europea". La Turchia, ha aggiunto il presidente Usa, "è legata all'Europa da più di un ponte che attraversa il Bosforo. L'Europa guadagna dalla sua diversità di etnie, di tradizioni e fedi religiose e non ne viene sminuita. L'ingresso della Turchia non farà altro che ampliarne e rafforzarne ancora di più le fondamenta".
«Non siamo in guerra con l'islam». "Gli Stati Uniti non sono e non sono mai stati in guerra con l'Islam" ha detto poi Obama. "Il nostro obiettivo sarà - ha aggiunto - un'alleanza con la gente di tutto il mondo musulmano". "Ascolteremo attentamente, risolveremo i malintesi e cercheremo di trovare un terreno comune". "Saremo rispettosi - ha aggiunto il presidente - anche laddove non saremo d'accordo e trasmetteremo il nostro profondo apprezzamento per la fede musulmana che tanto ha fatto nel corso dei secoli per migliorare il mondo, incluso il mio paese".
Medio Oriente: «Siamo per la soluzione dei due Stati». Barack Obama ha ribadito il sostegno americano alla soluzione dei due stati per mettere fine alconflitto israelo-palestinese. "Gli Stati Uniti - ha dichiarato,rivolto ai parlamentari turchi - sostengono fortemente l'obiettivo deidue stati, Israele e Palestina, che vivono l'uno a fianco dell'altroin pace ed in sicurezza. Si tratta di un obiettivo condiviso dapalestinesi, israeliani e gente di buona volontà nel mondo. Questo èl'obiettivo sul quale le parti hanno trovato un accordo nella Roadmape ad Annapolis. E questo è l'obiettivo che io perseguirò attivamentein qualità di presidente". "Sappiamo che il cammino sarà difficile. Tanto gli israeliani quanto i palestinesi devono intraprendere le misure necessarie a farnascere la fiducia. Entrambi devono attenersi agli impegni assunti. Entrambi devono superare passioni di vecchia data per compiere progressi in direzione di una pace sicura e duratura. Gli Stati Uniti e la Turchia possono aiutare palestinesi ed Israeliani a compiere questo viaggio", ha ancora sottolineato Obama, esortando a non cadere nel "pessimismo e nella sfiducia" ma piuttosto a "perseguire ogni opportunità di progresso".
La prima tappa della visita. La "due giorni" in Turchia, primo Paese musulmano che Obama visita da presidente, è iniziata con un tour in un luogo altamente simbolico: il mausoleo di Mustafa Kemal Ataturk, il padre della nazione turca attuale, dove ha depositato una corona di fiori. Dopo l'incontro con il presidente Gul, nel pomeriggio il presidente pronuncerà un discorso dinanzi al Parlamento turco, prima di incontrare il premier, Recep Tayyp Erdohan. In serata, Obama volerà a Istanbul, dove parteciperà al ricevimento offerto da Gul ai capi di Stato e di governo che partecipano al II Forum dell'Alleanza delle Civiltà, l'iniziativa lanciata da Spagna e Turchia e che l'Onu ha fatto propria. L'agenda a Istanbul prevede un incontro con i leader religiosi, una visita alla Moschea Blu e a quella di Santa Sofia, e una tavola rotonda con i giovani, al termine della quale il presidente Usa farà ritorno a Washington, conclusa la missione di otto giorni in Europa.
L'antefatto. La Turchia è considerata dal presidente Obama un importante anello di collegamento con mondo musulmano, un canale di comunicazione con l'Iran, un alleato nella guerra in Afghanistan (con la presenza di 900 soldati) e nella lotta al terrorismo, nonchè un vitale punto di transito per i rifornimenti americani destinati all'Iraq e all'Afghanistan. Come se non bastasse, la Turchia è uno dei pochi paesi musulmani ad avere contatti con Israele (sta cercando di mediare colloqui tra Siria e Israele).Al vertice Nato di Strasburgo la Turchia ha riposto in modo positivo alla richiesta di Obama di rinunciare al veto alla scelta del danese Anders Fogh Rasmussen a Segretario Generale della Alleanza Atlantica. Il presidente Obama ha in programma oggi anche un discorso al Parlamento di Ankara prima di trasferirsi in serata a Istanbul.