Ancora solo 48 ore prima che gli americani si rechino alle urne per scegliere a chi, tra Barack Obama e Mitt Romney, affidare la Casa Bianca per i prossimi quattro anni. Lo si dice spesso alla vigilia delle elezioni Usa, ma poche volte come in questo caso il risultato finale sembra essere «too cloose to call»: troppo ravvicinati i sondaggi, insomma, per essere certi del verdetto. Ciò è particolarmente vero per alcuni Stati chiave come Florida, Virginia e Colorado. Obama, a seconda delle rilevazioni e del computo dei grandi elettori, passa dalla sconfitta risicata alla vittoria con margine ristretto, fino addirittura alla vittoria a valanga.Un’ipotesi, quest’ultima, che si realizzerebbe in particolare se si avverasse quanto sostenuto da un sondaggio di Nbc e Wall Street Journal: il presidente è infatti dato addirittura sei punti avanti nel sempre cruciale Ohio (che regala 18 grandi elettori) e nello Stato più ambito, la Florida con i suoi 29 grandi elettori (anche se un’altra rilevazione dà Romney avanti di addirittura sei punti). In Virginia, poi, Obama ha recuperato a tal punto da essere ormai distaccato soltanto dello 0,3%, margine assolutamente incerto ai fini statistici. A livello nazionale, invece un sondaggio Rasmussen dà il democratico e il repubblicano appaiati al 48 per cento.Molto è giovato al presidente uscente il potersi mostrare negli ultimi giorni in azione nelle zone devastate dall’uragano Sandy: il suo operato è infatti stato finora apprezzato da ben l’80 per cento degli elettori, il tutto mentre Romney faticava a riguadagnare in qualche modo la scena. Sono circa 25 milioni – in 34 Stati e nel District of Columbia dove si trova la capitale federale Washington – gli americani che hanno peraltro già votato grazie all’early voting, la procedura di voto anticipato per corrispondenza o recandosi ai seggi. In Florida hanno già espresso il loro voto 3,5 milioni di elettori, di cui il 43 per cento di elettori registrati tra i democratici e il 37 per cento tra i repubblicani; in Ohio hanno già espresso la loro preferenza 1,3 milioni di persone, di cui il 29 per cento elettori democratici e il 23 per cento repubblicani.Ieri Obama ha nuovamente visitato a Washington la sede dell’Agenzia federale per la gestione delle emergenze (Fema) per verificare lo stato dello sforzo per il ritorno alla normalità dopo l’uragano Sandy. Dopo la visita alla Fema, è iniziato il fitto calendario di eventi prima del voto di martedì: il presidente si è recato infatti in Ohio, Wisconsin, Iowa e Virginia, mentre oggi è atteso in New Hapshire, Florida, ancora Ohio e poi Colorado.Anche Romney macina un comizio dopo l’altro. «Votate per amore di questo Paese, non per vendetta», ha detto ieri il repubblicano ironizzando sulle parole di Obama che, poco prima, aveva detto: il voto è la «vostra migliore vendetta». L’altra sera il milionario era in Ohio davanti a 30mila persone: «Siamo quasi arrivati in meta – ha detto – un’ultima spinta e ci arriveremo. Abbiamo conosciuto moti giorni lunghi e notti brevi, e siamo veramente, veramente vicini. La porta per un futuro luminoso è lì, è aperta, ci sta aspettando: ho bisogno del vostro voto, ho bisogno del vostro aiuto». Alla serata, oltre al suo vice Paul Ryan, erano presenti un centinaio di personalità del Grand Old Party, dallo speaker della Camera dei rappresentanti, John Boehner, all’ex segretario di Stato Condoleezza Rice, dall’ex sindaco di New York, Rudy Giuliani, al candidato battuto da Obama nel 208, John McCain: la speranza di Romney è di non fare la fine di quest’ultimo.