A Seul è tutto pronto per il G20 che si aprirà ufficialmente giovedì. La capitale sudcoreana si prepara ad accogliere i Grandi della Terra e scatta la «zona rossa», un'area intorno al Coex - il centro congressi che ospita il vertice - che sarà interdetta a tutti i non autorizzati. A Seul è già arrivato Barack Obama. In una lettera e inviata martedì il presidente americano chiede agli altri leader del G20 - che avrà tra i temi principali la soluzione alla "guerra delle valute" - di «fare la loro parte» per ridurre gli squilibri fra le potenze esportatrici e gli importatori fortemente indebitati. Secondo Obama, un'economia forte è il più importante contributo che gli Stati Uniti possono fornire alla ripresa globale. «Nessun Paese può raggiungere da solo il nostro obiettivo comune di una ripresa forte, sostenibile ed equilibrata», scrive Obama nella lettera. Alla vigilia del summit un accordo tra i Grandi sembra ancora lontano, soprattutto sul fronte valutario, con la resistenza della Cina a rivalutare lo yuan, come vorrebbe Washington. Mentre il lavoro degli sherpa prosegue, dal primo ministro britannico David Cameron arriva un invito alla Cina a collaborare con il G20 «per riequilibrare l’economia mondiale». «Se la Cina è pronta a portare avanti l’apertura dei suoi mercati e a lavorare con il Regno Unito e gli altri Paesi del G20 per riequilibrare l’economia mondiale e adottare in modo progressivo delle misure volte a internazionalizzare la sua valuta, questo contribuirà molto a garantire all’economia mondiale la stabilità di cui ha bisogno per una crescita forte e duratura», ha detto Cameron. Inoltre, ha aggiunto, «questo favorirà anche l’idea, all’interno della comunità internazionale, che la Cina, come potenza economica, sia una forza positiva».