L'America non può fare tutto da sola ed è giunto il momento che ognuno si prenda la propria fetta di responsabilità. Quello di Barack Obama alle Nazioni Unite è un appello a condividere l'impegno sui fronti più caldi: sicurezza mondiale, lotta al fondamentalismo e alla proliferazione nucleare, tutela dell'ambiente. "Quelli che hanno criticato l'America per aver agito da sola sulla scena mondiale, non possono ora restare a guardare e aspettare che sia l'America a risolvere da sola i problemi del pianeta" ha detto Obama nel suo primo discorso all'Assemlea generale delle Nazioni Unite, "abbiamo cercato di creare una nuova era: un'era di impegno con il mondo. Questo è il momento per tutti noi di assumerci la nostra parte di responsabilità per una risposta globale alle sfide globali. Sulla strada che abbiamo preso non stiamo facendo abbastanza, ma non possiamo permetterci di fallire nel confronto con lo stato delle cose, estremismo, genocidio, e atrocità di massa, la proliferazine nucleare... le dimensioni delle sfide che abbiamo davanti attendono un impegno proporzionato". "Le nazioni del mondo possono risolvere i problemi insieme" ha aggiunto, mentre la moglie Michelle seguiva attentamnete il discorso dai banchi del pubblico "il successo è nello "sforzo collaborativo di tutto il mondo. Il dibattito all'Onu è stato spesso occasione di divisioni e di accuse reciproche. I vecchi metodi e le vecchie discussioni non funzionano più di fronte alle sfide che affrontiamo. Nessuna nazione dovrebbe cercare di prevalere sulle altre".
Lo «show» di Gheddafi. Subito dopo l'intervento di Obama, è toccato al leader libico, Muhammar Gheddafi, che si è congratulato con il presidente Usa (che però non è rimasto in sala ad ascoltarlo ed è uscito insieme al segretario di Stato, Hillary Clinton): «È un raggio di luce nel buio - ha dichiarato Gheddafi - Nessuno potrà dire cosa sarà l'America dopo Obama, saremmo contenti se fosse presidente per tutta la vita», ha aggiunto il colonnello, sottolineando come il discorso da lui pronunciato poco prima sia «diverso» da tutti quello pronunciati dai suoi predecessori. Gheddafi, vestito con una tunica marrone, con un berretto scuro sulla testa, si è poi scagliato contro la Carta dell'Onu, contro il Consiglio di sicurezza («dovrebbe essere chiamato Consiglio del terrore») e si è detto contrario a nuovi seggi permanenti. Secondo Gheddafi, un'eventualità del genere causerebbe «altra ingiustizia e povertà e concorrenza all'interno del seggio, come per esempio tra Germania e Italia». Il colonnello ha poi detto di «non riconoscere e accettare il diritto di veto» di cui godono i cinque membri permanenti del Consiglio e ha aggiunto che nessuna nazione ha il diritto di interferire negli affari di altri Paesi, neanche in caso di dittature. E a proposito del virus dell'influenza A ha affermato che «potrebbe essere stato prodotto in un laboratorio militare ed essere uscito fuori controllo».