Anche la Cina ha capito che la Corea
del Nord è un problema, anzi una "minaccia significativa". Lo ha affermato a Seul il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Obama ha segnalato una rilevante novità e rassicurato la Corea
del Sud, dove è in visita per due giorni, sull'impegno Usa contro le turbolenze di Pyongyang, che oggi, in occasione dell'82/mo anniversario della fondazione
delle Forze armate, ha usato la consueta retorica e ventilato la
"guerra nucleare che può scoppiare nella penisola in ogni
momento".
La situazione, tuttavia, è apparsa seria: la Corea del Nord
"è pronta in tutto e per tutto a effettuare il test nucleare", è
stato l'allarme lanciato nella conferenza stampa congiunta dalla
presidente sudcoreana Park Geun-hye. Potrebbe essere il quarto,
dopo quelli del 2006, del 2009 e del 2013, magari del "nuovo
tipo" annunciato a fine marzo da Pyongyang. "Siamo sicuri che lo
possono fare in ogni momento", ha aggiunto Park, convenendo con
l'ospite che Corea del Sud e Stati Uniti "faranno di tutto per
esercitare la deterrenza delle provocazioni".
Secondo Obama, di fronte alla imprevedibilità dello scomodo
alleato, anche Pechino ha ormai capito la reale situazione.
"Ed è un segnale incoraggiante", ha osservato fornendo altri
inediti dettagli: "Dai colloqui che ha avuto Park (gli ultimi
proprio sul timore del test nucleare, ndr) con Xi (Jinping, il
presidente cinese, ndr), io stesso con Xi e altri ancora, mi
sembra ormai chiaro", ha aggiunto Obama. La situazione della
Corea del Nord "è preoccupante, non solo perché minacciano un
alleato, ma anche perché costituiscono una minaccia per gli
Stati Uniti. Hanno sviluppato missili e hanno sviluppato il
nucleare".
Sulle mosse future, "continuiamo a premere sulla Corea del
Nord perché cambi approccio", perché capisca che "le minacce non
portano a nulla". In questo scenario, "è incoraggiante" che la
Cina "stia cominciando a riconoscere che la Corea del Nord sia
non solo un fastidio, ma anche un problema significativo per la
propria sicurezza", una "minaccia significativa".
In considerazione del momento particolare, con le turbolenze
del Nord, Usa e Corea del Sud hanno deciso di riconsiderare i
tempi del trasferimento, fissati ora al 2015, del controllo in
caso di guerra delle truppe sudcoreane da Washington a Seul.
Intanto, in piena notte, è giunta una sorpresa dalla parte
superiore del 38/mo parallelo: la Corea del Nord ha reso noto di
aver arrestato il 10 aprile scorso un turista americano di 24
anni, Miller Matthew Todd, per "comportamento aggressivo" nelle
formalità di ingresso nel Paese. Il breve dispaccio dell'agenzia ufficiale del regime, Kcna, ha fornito una ricostruzione curiosa dei fatti. Il giovane
americano, in possesso di un visto turistico, lo avrebbe strappato al
momento dei controlli gridando che "avrebbe richiesto asilo" e
di "essere andato in Corea del Nord avendola scelta come
rifugio". Un comportamento da considerare come "grave violazione
dell'ordinamento giuridico" della Corea del Nord. Le autorità
competenti sul caso hanno preso il turista americano "in
custodia dopo aver redatto un rigoroso rapporto sul suo
comportamento" e stanno ora indagando sul caso.
Da novembre 2012
il missionario americano di origini coreane, Kenneth Bae, è in
carcere a Pyongyang essendo stato condannato a 15 anni di lavori
forzati per "cospirazione" contro lo Stato comunista.