La strage. Nuova Zelanda, Tarrant in aula fa il gesto dei suprematisti
Ammanettato, una tunica bianca da carcerato, a piedi nudi e con un atteggiamento di sfida, il suprematista australiano autore della strage in due moschee in Nuova Zelanda è apparso in un tribunale di Christchurch all'indomani della strage. Il 28enne australiano Brenton Tarrant Harrison, che non aveva precedenti penali ma era ossessionato dall'idea che i musulmani stiano invadendo il mondo, è stato incriminato per omicidio per la morte di 49 persone e il ferimento di decine di altri, tra i quali anche bambini. Le autorità neozelandesi potrebbero formulare ulteriori capi di accusa e il giudice ha ordinato la detenzione provvisoria fino a quando non verrà nuovamente riportato in tribunale, il 5 aprile.
Tarrant, incatenato a mani e piedi, era affiancato da due poliziotti non ha parlato, ma ha fatto il saluto dei suprematisti bianchi con il pugno alzato. Secondo la stampa neozelandese ha anche fatto un gesto di scherno ai fotografi. Il suo avvocato d'ufficio non ha presentato la richiesta di libertà su cauzione. Intanto, la premier neozelandese, Jacinda Ardern, ha promesso di riformare le leggi sulle armi da fuoco. L'attacco è stato il peggiore massacro mai avvenuto in tempo di pace in Nuova Zelanda e il Paese ha innalzato al massimo il suo livello di 'minaccia alla sicurezzà.
Adern ha spiegato che Tarrant, che non aveva antecedenti penali, era in possesso di cinque armi, incluse due semiautomatiche e due pistole, acquistate con regole permesso nel novembre del 2017. La premier ha promesso una "pronta risposta" da parte del governo e ha sottolineato che il divieto di possedere armi semiautomatiche è "senza dubbio una delle questioni" che valuterà "con effetto immediato".
In un delirante manifesto, un decalogo di 74 pagine pieno di odio, con un armamentario di proclami xenofobi e fascisti, Tarrant affermava che "gli invasori devono essere allontanati dal suolo europeo, indipendentemente da dove o quando siano venuti. Rom, africani, indiani, turchi, semiti o altro: se non sono del nostro popolo, ma vivono nelle nostre terre, devono essere mandati via".
Gli attacchi si sono verificati nelle prime ore del pomeriggio in due moschee situate nel centro di Christchurch, la più grande città dell'Isola del Sud, nel giorno della preghiera musulmana, il venerdì. Tarrant ha pubblicato in diretta streaming la sua folle azione, grazie a una mini-telecamera piazzata sul casco. E si è mostrato anche nel video, i capelli radi, vestito con tuta militare e il giubbotto antiproiettile, con l'arsenale di armi usate nell'attacco: scarabocchiati in penna bianca le date delle storiche battaglie cristiane contro gli ottomani e degli uomini che le avevano combattute.
Per l'eccidio sono state fermate altre due persone (una terza è stata rilasciata dopo poche ore) e la polizia ha confermato che sta vagliando la loro posizione. Intanto in diverse località sono stati dispiegati agenti armati, inusuali in un Paese che ha tassi quasi irrisori di violenza armata.
Nessuno degli arrestati aveva precedenti penali o era in una 'watchlist' in Nuova Zelanda o in Australia. La polizia è stata dispiegata in maniera massiccia anche nell'ospedale dove sono ricoverati i feriti e sono accorsi i familiari. Undici persone rimangono in terapia intensiva, sono persone che vanno dai due fino ai 60 anni. Alcuni feriti lievi invece sono stati dimessi, ne rimangono 36 in tutto nell'ospedale di Christchuch. Già oggi intanto ci saranno i funerali per alcune delle vittime, molte delle quali erano straniere.