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Dopo il rogo. Notre-Dame, ora è il tempo della solidarietà e della ricostruzione

Angela Calvini, inviata a Parigi martedì 16 aprile 2019

Domani le campane di tutte le cattedrali di Francia, circa un centinaio, suoneranno alle ore 18:50, in segno di solidarietà dopo l’incendio divampato ieri, proprio a quell’ora, a Notre-Dame. Centinaia di rintocchi che compenseranno il silenzio inusuale e straniante che circonda la cattedrale squarciata.

Le immagini terribili della guglia alta 45 metri in fiamme che crolla sul tetto di Notre Dame hanno fatto il giro del mondo, come pure i primi scatti stamattina dell’interno annerito e devastato da fuoco e acqua. Però le due torri di Notre Dame oggi si stagliano in lontananza nel cielo grigio, possenti nella loro pietra grigia, quasi a rassicurare i tanti parigini che, dopo una notte insonne passata davanti alla tv o nella piazza dell’Hotel de Ville, hanno assistito alla devastazione o hanno pregato in ginocchio davanti al sagrato.

Moltissime, ancora oggi, e sempre di più col passare delle ore, sono le persone che accorrono a vedere la Cattedrale, chi, come i vecchi parigini doc, per rassicurarsi che sia ancora lì e per informarsi su cosa si è salvato; chi, uscito dall’ufficio in giacca e cravatta, per rivolgere un pensiero silenzioso alzando, forse per la prima volta, gli occhi al cielo; chi, come le orde di turisti che si accalcano sulla Rive Gauche, dove la cattedrale è più esposta, per scattare banalmente il selfie dove viene meglio.

Intanto a gestire il traffico impazzito fra il continuo suonar di sirene, nerboruti agenti della polizia tentano di regolare il traffico delle auto e dei pedoni, bloccando rigorosamente i ponti più vicini a Notre Dame. Oltrepassato, però, il cordone di sicurezza bianco e rosso che isola il cuore di Parigi, i residenti dell’Ile de la Cité e i giornalisti si ritrovano in una bolla fuori dal tempo, silenziosa e ovattata.

Trovarsi di fronte all’enorme facciata, su un corpo però irriconoscibile, senza quasi tutto il tetto e la distintiva guglia, mette un brivido. Come pure osservare gli splendidi rosoni anneriti dal fumo lasciato dalle lingue del fuoco devastatore. “L’essenziale è salvo, ma tutti i rischi non sono ancora scartati" dice prudente alla stampa il ministro dell’Interno francese, Christophe Castaner, giunto dinanzi alla cattedrale di Notre-Dame, fra ali di gendarmi e vigili del fuoco al cui coraggioso contributo egli rende giustamente omaggio.

"Ora è il tempo della ricostruzione e della solidarietà", ha aggiunto , ricordando che gli inquirenti propendono fortemente per l’ipotesi dell’incidente.

Solidarietà che sta giungendo innanzitutto dalle grandi aziende e gruppi finanziari francesi che già con le loro donazioni hanno raggiunto i 700 milioni di euro, ma anche dal resto del mondo che riconosce come patrimonio di tutti la cattedrale dedicata alla madre del Signore e di tutti noi.

Anche Riccardo Cocciante, autore dell’opera musicale dal successo mondiale “Notre-Dame de Paris” sta valutando con la sua compagnia come contribuire alla sua ricostruzione. “E’stato difficile credere a quello che stavo vedendo... immagini completamente surreali!"dice l’autore delle musiche dello spettacolo tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo. "Oggi, in un mondo più che diviso - aggiunge Cocciante - intorno a questa tragedia si è visto il miracolo dell’unificazione del mondo intero, al dei non credenti, delle religioni, delle opinioni. Notre-Dame è rimasta in piedi, impariamo da lei”.

E, nella devastazione della cattedrale inghiottita dalle fiamme, a rimanere perfettamente in piedi è stata la Madonna. Il rettore di Notre Dame, monsignor Patrick Chauvet, che oggi ha incontrato sul sagrato il ministro dell’Interno francese, consegna questa immagine di speranza all’Osservatore Romano: "Ciò che mi ha particolarmente commosso è di aver visto che la Vergine era rimasta in piedi. L’ho appena vista sul suo pilastro. Quando questa mattina ho visitato la cattedrale a cielo aperto, devastata dal fuoco, è verso di Lei che ho rivolto la mia preghiera".

Il rettore assicura che la ricostruzione avverrà in tempi brevi. Intanto c’è l’urgenza di trovare all’arcivescovo di Parigi Michel Aupetit un luogo in cui celebrare messa, soprattutto alla vigilia dei riti della Settimana Santa. La scelta, almeno per oggi, è caduta su Saint-Sulpice, la seconda chiesa più grande di Parigi, dove domani sera alle 18.30 tutti i sacerdoti di Parigi presenzieranno alla celebrazione da parte dell’arcivescovo della messa del crisma. Nell’attesa che anche Notre-Dame risorga.

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