Mondo

Summit internazionale. No globale agli stupri di guerra

Elisabetta del Soldato mercoledì 11 giugno 2014
Lontana dalle zone di conflitto ma vicina alle sue vittime, ieri Londra ha ospitato il primo summit internazionale dedicato alla lotta contro la violenza sessuale nelle zone di guerra dal titolo “End Sexual Violece in Conflict”. Oltre 140 delegati da tutto il mondo si sono dati appuntamento al centro conferenze Excel: là resteranno fino a venerdì, per la conclusione con il segretario di Stato Usa John Kerry e il segretario Onu Ban Ki-moon, in videoconferenza.Voluto dal governo britannico e sostenuto dall’attrice americana e ambasciatrice dell’Onu per i rifugiati, Angelina Jolie, il forum affronta quello che il ministro degli Esteri britannico William Hague ha definito «uno dei maggiori crimini di massa del ventesimo e ventunesimo secolo ». Si tratta, ha aggiunto il ministro «di un fenomeno in espansione, un’arma di guerra usata in maniera sistematica contro le popolazioni civili ». Jolie ha voluto dedicare la giornata a una vittima incontrata in Bosnia. «Ricordo una donna – ha esordito l’attrice –. Mi disse che doveva ancora dire a sua figlia che era stata stuprata perché si sentiva così umiliata che non riusciva a parlarne. E sentiva di non aver avuto giustizia perché aveva visto l’uomo che l’aveva stuprata libero. Si sentiva abbandonata dal mondo. Si vergognava perché era sopravvissuta. Perciò questo giorno è per lei».  Al summit londinese, organizzato dopo due anni di sforzi da parte del governo britannico per raccogliere consensi, ha poi spiegato Hague, «vedremo organizzazioni non governative e società civili di tutto il mondo, molti esperti nel supporto ai sopravvissuti e tanti persone che per anni hanno lavorato con le vittime di questi crimini. Si tratta della maggiore concentrazione di sforzo, discussione e decisione mai visto sulla violenza sessuale nelle aree di conflitto». Londra ha chiesto a tutti i Paesi presenti di cominciare con l’addestrare i loro soldati e gli operatori delle Ong a prevenire la violenza sessuale; di aumentare i fondi per le vittime e di cambiare la mentalità nei confronti dello stupro  nelle zone di conflitto. Gli organizzatori, scriveva ieri ieri il corrispondente dall’Africa occidentale della Bbc Paul Adams, «vogliono che l’evento rappresenti il momento in cui il mondo si sveglia e dichiara che la violenza sessuale non è una parte inevitabile della guerra». Al centro del vertice, ci sarà oggi anche la presentazione di un protocollo internazionale per rafforzare gli strumenti legali impiegati nel perseguire gli stupri in zone di guerra. La giornata di domani sarà, invece, dedicata al gruppo islamista nigeriano Boko Haram, che tuttora tiene sequestrate 250 studentesse. «Dall’abolizione della schiavitù – ha concluso Hague – all’adozione del Trattato sul commercio delle armi abbiamo dimostrato che la comunità internazionale può affrontare i problemi globali in un modo che un tempo era considerato impossibile. Sono convinto che anche oggi possiamo fare qualcosa di fondamentale per combattere questa piaga».