In una Nigeria bloccata dallo sciopero generale a oltranza contro il caro-benzina, giunge da Ginevra la forte condanna delle Nazioni Unite per le stragi attuate dagli estremisti islamici di Boko Haram contro le comunità cristiane. L’Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, ha lanciato ieri un appello affinché si ponga fine alle violenze settarie e ha sottolineato che membri di Boko Haram ed altri gruppi «potrebbero essere dichiarati colpevoli di crimini contro l’umanità, se giudicati responsabili di attacchi estesi o sistematici contro la popolazione civile».Da Natale sono oltre un centinaio le persone rimaste uccise per mano dei fondamentalisti islamici, i cui assalti hanno provocato anche rappresaglie nel sud (a maggioranza cristiano) contro alcune moschee. «Non deve esserci impunità», ha aggiunto la Pillay, reagendo ai nuovi gravi episodi di violenza etnica e religiosa. Il commissario Onu ha esortato i leder nigeriani nazionali, locali e le autorità religiose a «compiere uno sforzo deciso e concertato per fermare la spirale di violenza settaria scatenata da una serie di recenti attacchi da parte del gruppo Boko Haram». Per Pillay i leader devono parlare con una «sola voce» per calmare una situazione «pericolosa» prima che finisca «fuori controllo»: «Tutti sarebbero perdenti se il gruppo Boko Haram riuscisse nel suo obiettivo di seminare discordia tra musulmani e cristiani», ha aggiunto.Nel Paese è intanto sempre più alta la tensione per lo sciopero generale, causato dal taglio dei sussidi governativi che ha causato il raddoppio dei prezzi del carburante. Il principale sindacato del settore petrolifero della Nigeria ha deciso ieri di interrompere la produzione di greggio e gas a partire da domenica. La Nigeria è il più grande produttore di greggio dell’intera Africa, con circa 2,4 milioni di barili al giorno. Deve però reimportare i prodotti finiti poiché non dispone di un numero adeguato di raffinerie, fattore che comporta l’alto prezzo della benzina. Dal comparto del greggio dipende ben il 95 per cento delle esportazioni nigeriane.Migliaia di manifestanti si sono radunati anche ieri nelle principali città del Paese. Mercoledì c’erano stati altri due morti, che hanno portato a undici il bilancio complessivo delle vittime degli scontri con le forze dell’ordine. In diverse città resta in vigore il coprifuoco notturno, provvedimento attuato anche in alcuni Stati del nord per gli attacchi di Boko Haram.Da più parti, maggioranza e opposizione, arrivano richieste al capo dello Stato, Goodluck Jonathan, di «ripristinare la situazione in vigore prima dell’inizio dell’anno», come ha sottolineato anche l’ex presidente Olusegun Obasanjo. Ieri pomeriggio Jonathan ha accettato di incontrare i sindacati ma la situazione resta al momento ancora in stallo. Secondo la Banca centrale nigeriana, lo sciopero costa al Paese 617 milioni di dollari al giorno.