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Nigeria. Fame e Boko Haram stanno uccidendo un'intera generazione

Lucia Capuzzi giovedì 24 novembre 2016

Non si vedono più bambini scorazzare nei campi profughi alla periferia di Maiduguri, nello Stato del Borno. Un’intera generazione sembra sparita. Divorata dalla guerra feroce tra l’esercito e i jihadisti di Boko Haram che da dieci anni insanguina il Nord della Nigeria. Ai caduti sotto i colpi di machete o di proiettile, si sommano le migliaia di persone assassinate dalla più “non convenzionale” delle armi ampiamente impiegata nel conflitto: la fame. Razziati intenzionalmente dagli estremisti o intrappolati nei combattimenti, villaggi dell’interno sono ormai spopolati.

I campi di raccolta scoppiano

Gli abitanti hanno dovuto abbandonare i campi e fuggire verso la capitale regionale, Maiduguri, in cui la massiccia presenza militare garantisce una miglior difesa. In meno di tre anni la popolazione della metropoli è duplicata, raggiungendo quota due milioni. Almeno un quarto di questi vive nei campi, alla periferia della città, dove non possono coltivare. E, dunque, sostentarsi. Mentre gli scontri hanno bloccato le vie commerciale e svuotato i mercati, facendo schizzare alle stelle i prezzi del cibo. Il risultato, nonostante lo Stato di emergenza alimentare dichiarato dal governo a giugno, è allarmante.

Grave denutrizione

«Parliamo di un livello grave di denutrizione quando ogni giorno muoiono due bambini ogni 10mila. A Maiduguri la proporzione è doppia: 4 su 10mila», spiega ad Avvenire Natalie Roberts, responsabile dell’emergenza Nigeria di Medici senza frontiere (Msf), appena rientrata dal Paese. Nelle tendopoli di Muna Garage e Custom House va ancora peggio con, rispettivamente, cinque e otto bimbi morti su 10mila. Oltre la metà dei piccoli sotto i cinque anni soffre, inoltre, di malnutrizione acuta. «La situazione è catastrofica – aggiunge Roberts -. La fame indebolisce i fisici soprattutto dei più fragili. In queste condizioni un’epidemia di morbillo può diffondersi senza controllo. E, ora, con la stagione delle piogge, tantissimi rischiano di venire stroncati da malaria, dissenteria e infezioni respiratorie». Msf chiede, dunque, alle Nazioni Unite l’invio di aiuti diretti, in particolare cibo e medicine per far fronte all’emergenza. «Un’intera parte della popolazione, soprattutto quella più fragile, è stata spazzata via – conclude Roberts -. Dobbiamo fermare questa strage».