Nigeria. Rapito e torturato. Ora padre Marcellus è libero
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«Ringraziamo Dio per la liberazione del nostro confratello padre Marcellus Nwaohuocha – hanno scritto i Missionari oblati di Maria Immacolata (Omi) su Facebook –. Preghiamo per il pieno recupero della sua salute e per il riposo dell’anima della guardia che lascia una famiglia (moglie e figli)». Padre Marcellus, rapito il 17 giugno, è stato liberato nella notte fra lunedì e martedì, come ha confermato l’agenzia Fides. Il giovane parroco di St. Paul a Bomo, missionario dell’Omi, era stato sequestrato da uomini armati a Jos, nella Nigeria centro-settentrionale.
«I rapitori hanno sparato alla guardia di sicurezza che è poi morta durante il trasporto in ospedale», ha raccontato il superiore all’agenzia Fides, padre Peter Klaver. Quest’ultimo aveva lanciato l’allarme domenica dicendo che alcuni uomini armati avevano fatto irruzione nella casa parrocchiale. Tanta la paura. «Preghiamo per la liberazione di padre Marcellus e per i cristiani della Nigeria, continuamente perseguitati», avevano scritto tre giorni fa i Missionari sulla propria pagina Facebook. Non conosciamo le circostanze precise della liberazione ma l’ordine ha raccontato, in un altro post sul social, che padre Marcellus «è stato torturato, ha profonde ferite sulla testa e attualmente è in ospedale per il trattamento».
Il rapimento di padre Nwaohuocha, è soltanto l’ultimo di una lunga tragica serie di sequestri e uccisioni di preti cattolici in Nigeria. Solo dall’inizio del mese, un sacerdote è stato rapito e altri due sono stati assassinati, uno durante il sequestro. Si tratta di padre Charles Onomhale Igechi, caduto il 7 giugno in un agguato di banditi armati mentre tornava da Benin City, dove aveva prestato un incarico pastorale.
Meno di una settimana prima, il 2 giugno, padre Stanislaus Mbamara, della diocesi di Nnewi, era stato rapito e rilasciato nel giro di una giornata. La domenica di Pentecoste era accaduto lo stesso a padre Matthias Oparra, della diocesi di Owerri, e prima ancora, il 19 maggio, a padre Jude Kingsley Maduka della diocesi di Okigwe. L’ong Open Doors, che studia il fenomeno della persecuzione dei cristiani, ha classificato la Nigeria al primo posto nel mondo per le violenze contro i fedeli. Si stima che globalmente circa il 90 per cento degli omicidi di cristiani avvenga nel Paese africano: solo tra il gennaio 2021 e il giugno 2022 ne sono stati uccisi più di 7.600. Christian Concern, associazione no profit inglese, ha contato tra i 50 e 70 mila cristiani uccisi negli ultimi 18 anni, ovvero da quando, nel 2009, i terroristi di Boko Haram hanno cominciato a prendere piede nel nord del Paese.
Al jihadismo si aggiunge, però, l’incremento delle bande criminali che si finanziano con le estorsioni. Per queste, i sacerdoti sono un “bottino” prezioso per alimentare l’industria dei sequestri. Dei 70 milioni di cristiani che vivono nel gigante africano da 213 milioni di abitanti, circa 19 milioni sono cattolici. Soltanto nel 2022 sono stati rapiti 30 preti e almeno 39 sono stati uccisi da uomini armati.