Nigeria. Raid nella scuola coranica: rapiti 150 bambini
Un gruppo di ragazze ex ostaggio di Boko Haram
Un altro rapimento di massa nel nord della Nigeria. Circa 150 studenti sono stati infatti sequestrati domenica dopo che un gruppo di uomini armati non ancora identificato ha fatto irruzione in una scuola coranica. Ieri sono stati liberati i più piccoli, quelli tra i 4 e i 12 anni. «La situazione ha raggiunto un livello di crisi», ha dichiarato ieri Mary Noel-Berje, portavoce del governatore dello Stato federale del Niger. «Sappiamo che dei banditi hanno invaso la comunità di Tengina presso la località di Rafi. Dopo aver ammazzato una persona e feritone gravemente un’altra – ha continuato la funzionaria governativa –, sono riusciti a rapire circa 150 studenti, 11 dei quali sono stati liberati». L'operazione è probabilmente finalizzata all'ottenimento di un riscatto.
Secondo le prime ricostruzioni, i responsabili del sequestro hanno occupato la stazione di polizia del villaggio e poi sono andati in giro sparando in maniera indiscriminata. Una volta arrivati alla scuola islamica Salihu Tanko hanno deciso di costringere gli alunni a seguirli. Il direttore dell’istituto, Yakubu Idrissi, ha affermato che «molti studenti sono scomparsi», tra cui anche sua sorella più piccola. «Gli individui sono spariti in una zona boscosa – hanno confermato alla stampa le autorità –. Siamo quindi sulle loro tracce visto che per il momento non c’è stata alcuna richiesta di riscatto». I bambini rilasciati si sono invece nel frattempo ricongiunti alle famiglie. Durante l’attacco sono stati rapiti anche alcuni passeggeri della compagnia di trasporto locale Sharon Bus, i quali erano in direzione di Minna, una cittadina vicino al luogo del sequestro.
Sabato sono invece stati rilasciati 14 studenti nello Stato federale di Kaduna, nel nord-ovest, dopo 40 giorni di prigionia. «Cinque alunni sono stati comunque messi a morte durante la cattività – hanno sottolineato le autorità –. I rapitori volevano fare pressione sulle famiglie e il governo per costringerli a pagare il riscatto». I parenti dei sequestrati hanno confermato di aver pagato in totale 180 milioni di naira (357mila euro) per ritrovare i propri figli. «Siamo molto preoccupati per l’aumento delle operazioni di banditismo nell’area che colpiscono soprattutto persone innocenti – ha detto ieri il governatore del Niger, Sani Bello –. Facciamo appello al governo centrale nigeriano affinché faccia della sicurezza di questa zona una sua priorità».
In questi giorni ci sono stati molti attacchi armati contro diverse comunità della regione. Oltre a Rafi, altri villaggi come Wushishi e Bida sono stati presi di mira da membri del crimine organizzato nigeriano. «Sono quasi 800 gli studenti di varie scuole della Nigeria nord-occidentale che sono stati rapiti dallo scorso dicembre – spiegano gli analisti –. Apparentemente alcuni di questi gruppi criminali sono in contatto con i jihadisti di Boko Haram che tendono ad agire soprattutto nella regione nord-orientale». La scorsa settimana ci sono stati attacchi armati in almeno 17 località. «Degli individui armati hanno lanciato le loro operazioni mentre viaggiavano su almeno 70 motociclette – riferiva ieri il quotidiano locale, Premium times –. Hanno sparato contro molte persone, mentre alcune donne e bambini sono morti affogati mentre cercavano di scappare attraverso il fiume Kaduna».
A causa dell’alto livello di instabilità, gran parte dei cittadini nigeriani e di una fetta dell’esercito regolare hanno protestato apertamente contro il presidente nigeriano, Muhammadu Buhari. Nonostante alcuni cambiamenti nella leadership militare, infatti, attacchi di questo tipo rappresentano ormai una piaga molto diffusa in varie regioni della Nigeria.
Venerdì scorso l’esercito è riuscito a respingere un tentativo di attacco di Boko Haram a Rann, nel nord-est del Paese, eliminando dieci membri del gruppo. Il portavoce dell’esercito Mohamed Yerima ha spiegato che l’attacco è avvenuto poche ore dopo l’inizio del mandato del nuovo capo di stato maggiore, Faru Yahaya