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Terrorismo. Nigeria, ragazze schiave: crimine contro umanità

martedì 6 maggio 2014
Nuovo raid dei ribelli islamici di Boko Haram. Gli estremisti avrebbero rapito nella notte tra lunedì e martedì altre otto ragazzine a Waranbe, vicino a Gwoza, a circa 130 chilometri da Maiduguri, la capitale dello stato nigeriano di Borno.

Intanto il Dipartimento di Stato americano fa sapere che è in arrivo una squadra di esperti in negoziati. Era stato il presidente Goodluck Jonathan a rivolgere un appello a Barack Obama. Jonathan (il cui mandato scade l'anno prossimo) è stato aspramente criticato dai parenti delle oltre 200 ragazze rapite dagli estremisti il 14 aprile a Chibok e tuttora "schiave" di Boko Haram.

Nel mondo si rincorrono gli appelli, gli atti di condanna e una mobilitazione che ha visto anche la pakistana Malala lanciare una campagna Twitter (#BringBackOurGirls), mentre in campo scende anche l'attrice Angelina Jolie che parla di "crudeltà inimmaginabile".«Le hanno prese casa per casa...»"Sono andati di porta in porta, cercando le ragazze. Le hanno prese con la forza, avevano tutte tra i 12 e i 15 anni...". Così racconta Sani Abdullahi, un abitante del villaggio di Warabe. "Non hanno colpito o ferito nessuno: il loro fine era solo prendere le giovani. Ora viviamo nel terrore, abbiamo paura. Se torneranno a prendere le nostre figlie nessuno potrà fermarli", aggiunge. Boko Haram aveva minacciato altri rapimenti proprio lunedì in un video in cui rivendicava il sequestro e dichiarava che le ragazzine sarebbero state "vendute" come "schiave" o date in "spose" agli stessi terroristi. I ribelli avrebbero anche attaccato posti di blocco di polizia a Gamboru Ngala e Shanni, vicino al confine tra Nigeria e Cameron.L'Onu: è un crimine contro l'umanità"Condanniamo il rapimento violento di queste ragazze e ammoniamo che nel diritto internazionale vige un divieto assoluto della schiavitù e della schiavitù sessuale. In certe circostanze (tali azioni) possono costituire crimini contro l'umanità", ha detto il portavoce dell'Alto commissariato per i diritti umani. "Questo significa che i responsabili possono essere arrestati, accusati, processati e mandati in carcere in futuro", ha avvertito Rupert Colville, portavoce dell'alto commissario Navi Pillay. "Anche se pensano di essere salvi adesso, non lo saranno per forza tra due, cinque o dieci anni", ha insistito il portavoce riferendosi ai miliziani islamici di Boko Haram, che hanno rivendicato il sequestro di massa. "Le ragazze devono essere immediatamente restituite, incolumi, alle loro famiglie", ha aggiunto.Londra offre aiutoLa Gran Bretagna ha offerto alla Nigeria tutto il suo "sostegno pratico" per aiutare il Paese nella liberazione delle liceali sequestrate da Boko Haram. "Stiamo offrendo sostegno pratico" ha detto il ministro degli Esteri, William Hague, arrivando al Consiglio di Europa a Vienna in cui si discuterà della crisi ucraina. "È immorale quello che sta succedendo lì: usare le ragazze per fare la guerra, per azioni terroristiche, è disgustoso!".Hague non è entrato nel dettaglio sul tipo di aiuti che la Gran Bretagna fornirà ad Abuja. Lunedì anche gli Usa avevano offerto aiuto alla Nigeria per la lotta contro il terrorismo definendo il sequestro di Boko Haram "uno scandalo" e una "tragedia".Capitale blindata per il Summit economicoIntanto la capitale Abuja si prepara a ospitare, da mercoledì, il 24° Summit economico mondiale sull'Africa organizzato dal World Economic Forum. Circa 1000 delegati da 70 paesi del mondo sono attesi nella captale nigeriana completamente blindata per via dell'escalation di violenza degli estremisti islamici degli ultimi giorni. Il doppio attacco alla stazione di Abuja, nei giorni scorsi, avevano inizialmente fato pensare a un rinvio dell'evento, ma gli organizzatori hanno fatto sapere che la tre giorni (i lavori si chiuderanno il 9) si svolgerà lo stesso, sfidando le violenze e le minacce dei terroristi, grazie alle assicurazioni sulla sicurezza ricevute dal presidente Goodluck Jonhatan.L'intervista all'arcivescovo di AbujaSulla vicenda Radio Vaticana ha intervistato il cardinale arcivescovo di Abuja, John Olorunfemi Onayekan.