Nuovo attacco anti-cristiano in Nigeria: all'alba di oggi ignoti aggressori hanno assaltato il villaggio di Wareng nello Stato centrale di Plateau, vera e propria cerniera tra il Nord islamico e il Sud prevalentemente cristiano o animista, da settimane teatro di continui e sanguinosi scontri inter-religiosi. Nell'assalto odierno sarebbero morte almeno tredici persone. Il villaggio attaccato è abitato in maggioranza proprio da cristiani. L'eccidio è stato denunciato da fonti politiche locali, citate da un portavoce della polizia di Plateau, Abdulrahman Akano. Una pattuglia di agenti è stata inviata a Wareng per accertare l'accaduto. L'assalto di oggi è una probabile rappresaglia dell'attacco di venerdì scorso a due bus su cui viaggiavano otto musulmani di ritorno da un matrimonio e mai più ritrovati. E prima ancora altri morti da vendicare, questa volta cristiani, in una spirale di violenze che si è acuita alla vigilia di Natale (un'ottantina di vittime) dopo un periodo di relativa calma. Nello Stato di Plateau (la capitale è Jos), l'unico della Nigeria dove musulmani e cristiani si equivalgono numericamente, la tensione è destinata a salire in vista delle elezioni di aprile per il rinnovo dell'amministrazione locale.
FRATTINI: LA COMUNITA' INTERNAZIONALE NON CHIUDA GLI OCCHILa comunità internazionale non può, né deve chiudere gli occhi" davanti agli attacchi ai cristiani in Nigeria: è l'accorata presa di posizione del ministro degli Esteri, Franco Frattini, dopo le nuove "notizie drammatiche che giungono dalla Nigeria", dove almeno 13 civili sono morti in seguito a un assalto contro il villaggio a maggioranza cristiana di Wareng, nello Stato centrale di Plateau, teatro da settimane di sanguinosi attentati e scontri inter-religiosi."Ancora una volta", afferma Frattini in una nota diffusa dalla Farnesina, "vite innocenti sono state stroncate in atroci attacchi mirati a colpire la comunità cristiana". L'accaduto "dimostra che il fenomeno dell'intolleranza religiosa è molto grave e di vasta portata", prosegue il capo della diplomazia italiana, secondo cui si tratta di "episodi che meritano la più ferma condanna", e davanti ai quali "la comunità internazionale non può nè deve chiudere gli occhi". "Siamo tutti chiamati", sottolinea ancora nel comunicato il titolare della Farnesina, "ad azioni concrete ed efficaci per fare sì che qualsiasi forma di violenza inter-religiosa sia stroncata alla radice, innanzi tutto sostenendo i governi affinchè attuino le necessarie misure di prevenzione e sanzionino i violenti e gli estremisti. Tutti debbono fare la loro parte, "a cominciare dall' Unione Europea", afferma Frattini, "a meno che non si vogliano far vacillare quei principi universali e irrinunciabili di civiltà sui quali poggia l' edificio comunitario". "Al prossimo Consiglio degli Affari Esteri dell'Unione, il 31 gennaio", è la conclusione, "sarà discusso su iniziativa anche italiana il tema del rispetto della libertà religiosa. Dalla discussione in sede europea dovranno scaturire risultati concreti, con particolare riguardo agli strumenti utilizzabili per garantire sicurezza e protezione alle comunità cristiane minacciate nel mondo".