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Londra. Elizabeth's smile, la prima charity per bambini che hanno perso un genitore

Silvia Guzzetti venerdì 14 luglio 2023

"Il cancro mi ha dato la possibilità di sperimentare tutto l'amore della mia famiglia e dei miei amici, l'opportunità di vivere davvero, pienamente, gli ultimi giorni della mia vita. Mi ha offerto l'opportunità di gioire di ogni momento trascorso con mia figlia. Mi ha consentito di capire che mancava una charity per aiutare bambini piccoli che devono fare i conti con la morte dei genitori e di fondare, così, 'Elizabeth's smile'". Con queste parole, in diverse interviste date ai media britannici, il famoso imprenditore Nick Hungerford, morto il 6 luglio scorso, ad appena 43 anni, ha spiegato come ha trovato la forza di affrontare la diagnosi di un raro cancro incurabile alle ossa, il sarcoma di Ewing, ricevuta nel 2019. I medici gli avevano dato soltanto soltanto due o tre mesi di vita, ma la tenacia e l'attaccamento alla famiglia hanno consentito all'esperto di investimenti finanziari online di sopravvivere molto più a lungo.

La fama aveva raggiunto questo uomo d'affari quando aveva dato vita, nel 2011, insieme ad alcuni colleghi, a "Nutmeg", una ditta di investimenti online che puntava ad attirare risparmiatori esperti di tecnologia che non avevano grandi quantità di denaro liquido ma volevano, comunque, costruire un portfolio di investimenti. L'idea geniale, anche se rifiutata più volte prima di venire accettata, chiede ai potenziali investitori di rispondere a una serie di domande attraverso il sito o un'applicazione sul telefonino per stabilire quanto sono disposti a rischiare e poi investe automaticamente in fondi della Borsa.

Nick incontra la moglie Nancy, 38 anni, che, all'epoca, lavorava come produttrice e presentatrice di programmi per l'emittente via cavo americana "CNBC", in un pub londinese nel 2014. Ad attirare la donna è la determinazione e l'energia dell'imprenditore. Una forza e una caparbia che l'hanno portato a dare vita alla prima charity britannica per bambini che hanno perso un genitore, anche mentre la sua malattia peggiorava. I due si sposano nel 2016 ed Elizabeth nasce cinque anni dopo.

"Voglio essere vicino a mia figlia anche quando non ci sarò più", ha spiegato Nick ai media britannici. "E per questo motivo ho voluto dare vita ad 'Elizabeth's smile', la prima associazione di questo tipo". La charity garantisce una comunità online alla quale possono partecipare parenti e amici determinati ad aiutare i bambini che hanno perso un genitore e anche persone che non conoscono i minori ma vogliono aiutarli. Per questi ultimi è possibile registrarsi in modo autonomo solo se hanno più di 14 anni.

Online si possono trovare insegnanti in grado di aiutare i bambini con i compiti. Altri genitori che possono dare suggerimenti e una mano, ad esempio, quando un padre solo si ritrova a curare l'acconciatura della figlia che va a una festa o una mamma ha bisogno di aiuto per portare i figli a scuola o dagli amici. Consigli di ricette. Aiuto a compilare domande per accedere all'università o candidarsi a un posto di lavoro.

Per la figlia Elizabeth, alla quale la charity è dedicata e che ha appena due anni, Nick Hungerfod ha anche preparato un sito di intelligenza artificiale, con tanti video del padre che risponde a centinaia di potenziali domande che la figlia avrebbe potuto volergli fare una volta cresciuta. Così il papà non l'ha lasciata sola, cercando di immaginare tutte le situazioni nelle quali avrebbe potuto ricorrere al suo aiuto.

"Ho cercato di prepararla come potevo al fatto che non ci sarei più stato", ha raccontato l'imprenditore ai media britannici prima di morire. "Le ho spiegato che, quando non ci sarei più stato, avrebbe potuto chiedere alle stelle per un abbraccio speciale dal suo papà e poi abbracciarsi forte da sola per sentire come l'avrei abbracciata io. Le ho anche detto che sua mamma aveva poteri speciali, di portare baci da me, il suo papà, anche se io non c'ero più e non poteva vedermi".

La moglie di Nick, Nancy, ha raccontato come la nascita della figlia l'abbia aiutata a fare i conti con la malattia del marito. "I terapeuti, ai quali sono ricorsa quando ho avuto la diagnosi della malattia di Nick che ho fatto molta fatica ad accettare perché sapevo che non avrei potuto fare nulla per salvarlo, mi hanno sempre consigliato di vivere nel presente, di non pensare al futuro. Ma non ci sono mai riuscita veramente fino a che non è nata Elizabeth. E' lei che mi ha aiutato ad affrontare questa dura prova perché i bambini sanno davvero vivere alla giornata e sono cosi concentrati su quello che stanno facendo in quel momento. Elizabeth mi occupa e mi dà un motivo per vivere, anche adesso, quando Nick non c'è più".

Nel video la spiegazione di come funziona il network legato alla charity "Elizabeth's smile", una rete di amici e parenti, pronti ad aiutare bambini che hanno perso i genitori quando ne hanno bisogno