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Il New York Times. «Israele conosceva il piano dell'attacco di Hamas da un anno»

Fabio Carminati venerdì 1 dicembre 2023

L'articolo del New York Times

Due indizi non fanno una prova, ma sono più che sufficienti a far montare ancora di più un fronte del “complotto” che negli Usa, ma anche all’interno dell’opposizione e della società civile israeliana, punta il dito diritto contro il premier Benjamin Netanyahu, quello che in molti già chiamano un “morto che cammina” pronosticando una sua fine politica definitiva (dopo infinite rinascite) al termine della guerra in corso. L’altro ieri i magistrati avevano annunciato che la resa dei conti giudiziari per il premier non avrebbe fatto, neanche in tempo di guerra. La prossima settimana riprendono infatti le udienze nel processo per corruzione, frode e abuso d'ufficio a carico di Netanyahu. L’annuncio è arrivato dalla Procura.

Il secondo indizio arriva fresco di stampa da oltre oceano: dirigenti israeliani ottennero il piano di battaglia di Hamas per l'attacco del 7 ottobre più di un anno prima che accadesse, ha scritto il New York Times sulla base di documenti, e-mail e interviste, aggiungendo che dirigenti dell'esercito e dell'intelligence israeliani liquidarono il piano come “ambizioso”, ritenendolo che fosse troppo difficile da realizzare per il movimento estremista. Il documento di circa 40 pagine, che le autorità israeliane chiamarono in codice "Muro di Gerico", delineava, punto per punto, esattamente il tipo di devastante invasione che ha portato alla morte di circa 1.200 persone. Il documento tradotto, esaminato dal quotidiano americano, non fissava una data per l'attacco, ma descriveva un attacco metodico progettato per distruggere le fortificazioni attorno alla Striscia di Gaza, prendere il controllo delle città israeliane e assaltare le principali basi militari, incluso il quartier generale di una divisioni.

Hamas, secondo il quotidiano, ha seguito il progetto "con una precisione scioccante". Il documento prevedeva una raffica di razzi all'inizio dell'attacco, droni per mettere fuori uso le telecamere di sicurezza e mitragliatrici automatiche lungo il confine, e uomini armati che si riversavano in Israele in massa con parapendii, motociclette e a piedi: cose tutte successe il 7 ottobre. Il piano includeva anche dettagli sulla posizione e le dimensioni delle forze militari israeliane, sui centri di comunicazione e altre informazioni sensibili, sollevando interrogativi su come Hamas abbia raccolto le sue informazioni e se ci siano state fughe di notizie all'interno dell'establishment della sicurezza israeliana.

Il premier Benjamin Netanyahu tra i soldati impegnati a Gaza - Ansa

Il documento, scrive il New York Times, circolò ampiamente tra i leader militari e dell'intelligence israeliani, ma gli esperti stabilirono che un attacco di quella portata e ambizione andava oltre le capacità di Hamas. Non è chiaro se il documento sia stato visto anche dal primo ministro Benjamin Netanyahu o da altri importanti leader politici. L'anno scorso, poco dopo l'ottenimento del documento, funzionari della divisione Gaza dell'esercito israeliano, responsabile della difesa del confine con la Striscia, affermarono che le intenzioni di Hamas non erano chiare. "Non è ancora possibile determinare se il piano è stato pienamente accettato e come si concretizzerà", si legge in una valutazione militare esaminata dal giornale. Poi lo scorso luglio, appena tre mesi prima degli attacchi, un analista veterano dell'Unità 8200, l'agenzia israeliana di intelligence che analizza i segnali, avvertì che Hamas aveva condotto un'intensa esercitazione di addestramento di un giorno che sembrava simile a quanto delineato nel piano. Ma un colonnello della divisione di Gaza respinse le sue preoccupazioni, secondo le e-mail crittografate visualizzate dal Nyt. "Nego assolutamente che lo scenario sia immaginario", replicò l'analista negli scambi di posta elettronica. L'esercizio di addestramento di Hamas, osservò, corrispondeva pienamente "al contenuto del piano Muro di Gerico". "È un piano progettato per iniziare una guerra, non è solo un'incursione in un villaggio", ammonì. Il resto è cronaca recente fatta di massacri di oltre 1.200 civili innocenti nei kibbutz israeliani, di dieci volte superiori civili uccisi dalle bombe a Gaza, di scambio di ostaggi, di tregue a tempo e di nuovi raid nella Striscia.