«Anche noi abbiamo le nostre armi e le nostre tribù», aveva minacciato Seif Al Islam Gheddafi pochi giorni fa. In Libia, durante almeno gli ultimi duecento anni, l’alternativa allo Stato come mezzo di strutturazione della lealtà è sempre stata la tribù. Altrove nel mondo arabo, la relazione Stato-tribù appare meno conflittuale. Infatti, mentre nei Paesi del Golfo queste due forme di autorità sembrano state conciliate sotto forma di monarchie familiari o collettive, in Libia esse si escludono a vicenda, il che spiega perché in Libia non è mai nata una vera e propria società civile. Le relazioni basate sulla parentela rappresentano la base della vita sociale, tanto è che il tifo sportivo riflette le divisioni tra famiglie e villaggi. Nei giorni scorsi, i leader delle tribù Warfalla e Zuwayya, concentrate nella zona orientale del Paese, hanno ritirato il loro appoggio a Gheddafi. Gli Zuwayya hanno persino minacciato di ostacolare le esportazioni di greggio. E le numerose altre tribù della Cirenaica (Zuwayah, Awaqir, Abid, Barasa, Majabrah, Awajilah, Minifah, Abaydat, Fawakhir ed altre ancora) sembrano aver seguito questa scelta. Tutta la popolazione della Cirenaica, d’altronde, ha sempre considerato il golpe del 1969 contro re Idris e la monarchia Senussi alla stregua di un’egemonia dei libici 'occidentali' sulle sorti del Paese. Diversa la situazione nella Tripolitania. Qui l’adesione della tribù Zintan, originaria della città omonima situata a sud di Tripoli, alla protesta contro Gheddafi, ha sì portato il dissenso nella zona occidentale del Paese, ma ha confermato – per rivalità tribali – quelle di Rayaina, Siaan, Hawamed e Nawayel nel cam- po opposto. Ancora leali a Gheddafi risultano anche i clan berberi della zona di Misurata. Anche nel vasto Fezzan, la parte meridionale del Paese, esiste un’intricata composizione tribale. Accando ai Mahamid arabi, troviamo infatti le tribù non arabe dei Tabu, che popolano le zone di Qatrun e Sabha e l’oasi di Kufrah.I Tabu, che hanno subite varie discriminazioni sotto Gheddafi, hanno aderito alla rivolta sin dalla prima ora e chiuso i confini libici con il Ciad e il Sudan. Lungo il confine con l’Algeria, da Ghadamis a Ghat, la zona è invece tutta popolata dai Tuareg che si mantengono leali al regime. Uno di loro è infatti il colonnello Hammad, capo dei servizi militari e uomo di fiducia di Seif Al Islam. Le rivalità tribali non risparmiano nemmeno il centro del Paese. Qui si disputano la scena le due potenti tribù che si erano spartite, per lunghissimi anni, i benefici del golpe del 1969: i Ghadadfa, cui appartiene lo stesso Gheddafi, e i Magarha. Fino a quando il Colonnello non abbia allontanato il suo vice Abdel Salam Jallud, un Magarha. La rivalsa si annuncia ora tremenda, visto che investe già le stesse forze armate.