Caucaso meridionale. Nagorno Karabakh, storia di una terra contesa
Il Nagorno Karabakh, a partire dal nome, è una regione dalla storia complessa e divisa tra diverse culture, religioni ed etnie: Nagorno significa "montuoso" in russo, Kara significa "nero" in turco, e Bakh significa"giardino" in parsi. Il territorio è un'enclave armena e cristiana entro l'Azerbaijan musulmano. Si estende su una superficie di circa 4.400 chilometri quadrati in una zona montagnosa nel Caucaso sud-orientale. La capitale è Stepanakert.
L'annessione voluta da Stalin
Le attuali tensioni risalgono in gran parte al 1923 quando, nonostante il parere contrario della maggioranza della direzione del partito comunista al potere in Urss, Stalin volle che il Nagorno Karabakh fosse incorporato nella Repubblica dell'Azerbaigian, creata l'anno prima. Ma la popolazione del Karabakh non ha mai sopito il desiderio di riunirsi alla"madrepatria", l'Armenia, anche perché ritiene che l'enclave sia storicamente la culla della cultura armena.
La lotta armata alla vigilia della caduta dell'Urss
Il sogno della riunificazione con Erevan si è tradotto in anni più recenti in lotta armata. Nel 1988 la provincia decise per la secessione dall'Azerbaigian e l'annessione all'Armenia, scatenando un conflitto tra i due Paesi che tra il 1988 e il 1994 ha provocato tra i 25.000 ed i 35.000 morti e centinaia di migliaia di profughi. L'Azerbaigian insiste sul rispetto della propria integrità territoriale, mentre l'Armenia invoca il diritto di autodeterminazione dei popoli.
Gli azeri sono fuggiti
L'enclave ha una popolazione, secondo i dati ufficiali del governo locale, risalenti al 2007, di 138.000 abitanti costituita per il 95% da armeni, mentre quasi tutti gli azeri hanno lasciato la autoproclamata Repubblica.