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Giappone. Nagasaki: gli ambasciatori del G7 disertano la cerimonia per la pace

Redazione Esteri venerdì 9 agosto 2024

Un momento della celebrazione per la pace a Nagasaki

Il 9 agosto 1945, tre giorni dopi la tragedia di Hiroshima la bomba atomica venne lanciata sull’altra città giapponese di Nagasaki uccidendo sul colpo 40mila persone cui ne vanno aggiunte almeno 30mila nei mesi successivi per effetto dele radiazioni.
Nell’anniversario, Nagasaki è stata al centro di commemorazioni anche commoventi come l’offerta di fiori e acqua in memoria delle vittime, in ricordo di quando gli ustionati dall'esplosione si aggiravano chiedendo da bere. Inoltre, si è osservato un minuto di silenzio alle 11:02 cioè nel momento esatto in cui 79 anni fa esplose l’ordigno. Tra i partecipanti, gli "hibakusha", i sopravvissuti alla bomba atomica. Alla cerimonia non hanno partecipato l'ambasciatore americano in Giappone, Rahm Emanuel, quello britannico, Julia Longbottom così come i loro omologhi nel resto del G7: Canada , Francia, Germania e Italia, e Unione Europea. In una lettera inviata a Shiro Suzuki sindaco della città di Nagasaki questi rappresentanti diplomatici avevano fatto sapere che «sarebbe stato difficile per loro partecipare» se Israele ne fosse stato escluso. Rispondendo alle accuse Suzuki ha insistito sul fatto che l'esclusione «non è stata politica». «So che ci sono molte opinioni in merito, ma voglio chiarire che l'esclusione non avviene per ragioni politiche», ha spiegato il sindaco di Nagasaki ricordando che si era privilegiata l’esigenza di svolgere la cerimonia «in tutta tranquillità, solennità e senza contrattempi» alludendo indirettamente a possibili proteste contro l’azione militare dell’esercito dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza. Dall’altra parte l'ambasciatore israeliano in Giappone, Gilad Cohen, ha partecipato martedì scorso alla cerimonia tenutasi a Hiroshima il cui sindaco, Kazumi Matsui, non ha invitato la Russia e Bielorussia, come avviene da tre anni, e nemmeno la Palestina.
La cerimonia si è svolta davanti alla Statua della Pace, situata vicino all'ipocentro dell'esplosione, dove, come ogni anno, è stata letta anche una Dichiarazione per la pace. «Dopo il bombardamento atomico, gli esseri umani si sono adattati alla norma umanitaria di non utilizzare mai più un'arma nucleare – si legge nel testo -. Tuttavia, le armi nucleari stanno proliferando, come evidenziato dai progressi nel loro sviluppo in previsione del loro reale utilizzo sul campo di battaglia».