La lettera. La «vicinanza paterna» del Papa alla famiglia di Nadia, uccisa in Perù
Nella baraccopoli dove lavorava la volontaria vivono 50mila persone
Un episodio di violenza «nuovo e ingiustificabile», che «si aggiunge ai tanti altri in cui hanno perso la vita missionari e missionarie mentre compivano con abnegazione il proprio servizio al servizio del Vangelo e di assistenza ai più bisognosi e indifesi». In una lettera, a firma del segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin e indirizzata al vescovo di Chimbote, monsignor Angelo Francisco Simón Piorno, papa Francesco ha voluto esprimere «vicinanza paterna» ai genitori, ai familiari e a tutti quanti erano vicini a Nadia De Munari, 50 anni, missionaria laica dell’Operazione Mato Grosso morta sabato scorso a Lima, dopo essere staa aggredita due giorni prima a Nuevo Chimbote. Il Pontefice «offre preghiere per l'anima di questa volontaria e l'affida all'intercessione della Madre di Dio» e «impartisce con affetto la confortante benedizione apostolica, segno di fede e speranza in Gesù Risorto» ai partecipanti alle esequie.
L'ultimo saluto a Nadia a Nuevo Chimbote - Diocesi di Vicenza
Gli abitanti hanno addobbato la baraccopoli - Diocesi di Vicenza
Martedì sera (la notte in Italia), la salma della volontaria, originaria di Schio, è tornata nella baraccopoli di 50mila abitanti dove coordinava sei asili, per l’ultimo saluto da parte dei “suoi” bambini e delle loro famiglie. Questa sera monsignor Piorno celebrerà la Messa per la volontaria, il cui corpo potrebbe rientrare in Italia alla fine della settimana.
L'omaggio dei bimbi a Nadia - Diocesi di Vicenza